Lucia di Lammermoor

di Gaetano Donizetti

Opera Queensland https://www.oq.com.au

Brisbane, Australia
  • Direttore Richard Mills
  • aprile 2024
    20
    sabato
    19:00 > 22:00
    3 ore
  • aprile 2024
    27
    sabato
    14:00 > 17:00
    3 ore
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Lucia di Lammermoor

Interpreti

Stampa e Recensioni

Opera Slovakia
Pavel Unger
Jessica Pratt e i suoi travolgenti deliri belcantistici alla Staatsoper di Praga
Questa recensione si riferisce a Delirio, Prague al Prague National Theatre.
Jessica Pratt ha aperto il suo programma con una scena completa da La sonnambula di Vincenzo Bellini, un’opera semiseria, in cui, dopo appena poche battute, era evidente che sul palcoscenico si trovava un’artista in perfetto dominio del linguaggio del belcanto. Un timbro ammaliante, un fraseggio scolpito, pianissimi pieni e corposi nel registro più alto e una scintillante coloratura nella cabaletta non lasciavano dubbi: così si canta l’opera romantica italiana. Emilia di Liverpool, un’opera semiseria di Gaetano Donizetti, è tra le più raramente eseguite del compositore. Scritta per il Teatro Nuovo di Napoli all’età di 26 anni, quando aveva già all’attivo una dozzina di opere, venne successivamente revisionata quattro anni dopo rispetto alla versione originale del 1824. Nella cavatina e cabaletta di Emilia, con coro e assolo di mezzosoprano, Jessica Pratt si è immersa nella psicologia del personaggio, trasmettendone tanto la disperazione quanto la gioia e la riconciliazione attraverso la virtuosistica cabaletta. Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, con la sua scena della follia, potrebbe apparire come un cavallo di battaglia fin troppo sfruttato per i soprani coloratura, sia “bianchi” che di timbro più scuro. Eppure, questa volta, ogni parola, ogni frase, ogni sfumatura dinamica, ogni gesto e dettaglio espressivo nella Lucia di Jessica Pratt risultavano assolutamente credibili. A 45 anni, la sua voce si trova nella piena maturità di una coloratura drammatico-giovanile, che, grazie a una tecnica impeccabile, le permette di modellare da un lato lunghe frasi legate e dall’altro cascate di canto fiorito, sempre pervase da un’intensa carica emotiva. Lo strumento solista che l’accompagnava non era la “armonica a bicchieri” prevista dal compositore (oggi sempre più diffusa nei teatri), bensì il flauto (splendidamente suonato da Jana Lukášová), e tuttavia il brano ha risuonato con la massima autenticità. La scena e aria di Elvira da I Puritani di Vincenzo Bellini, eseguita in forma scenica, ha rappresentato un’ulteriore conferma che il pubblico stava assistendo a una vera lezione dal vivo di poetica e stile belcantista. Un legato fluido, sfumature dinamiche, una profonda immedesimazione nello stato d’animo dell’eroina e, nel finale, una cabaletta mozzafiato: questa è stata l’Elvira di Pratt. E, alla fine del programma ufficiale, ha offerto un’altrettanto esemplare interpretazione della protagonista di Linda di Chamounix di Donizetti, che ha iniziato a sollevare il pubblico dalle poltrone. Andrij Jurkevyč comprende il belcanto (dopotutto, ha collaborato più volte con Edita Gruberová, sia al Bratislava Music Festival nel 2011 in Lucrezia Borgia, sia due anni dopo a Košice in Anna Bolena, entrambe in forma di concerto): su questo non c’è dubbio. Ha sostenuto la solista, scelto tempi appropriati e “respirato” con lei; tuttavia, l’orchestra non è stata impeccabile in ogni dettaglio. Neppure le due ouverture di Ambroise Thomas hanno raggiunto la perfezione. Jessica Pratt non solo ha plasmato l’atmosfera scenica con la sua interpretazione davanti all’orchestra, ma ha anche scelto un costume diverso per ogni brano, in armonia con l’essenza del personaggio. Conoscevo la sua vivacità e il suo spirito giocoso dal recital al Festival di Pesaro, quindi non mi ha sorpreso il piccolo scherzo che aveva preparato come bis. Dopo l’ultimo numero del programma ufficiale, nel giro di due o tre secondi, ha abbandonato il sontuoso costume di scena e, all’improvviso, sul palco è apparsa una Jessica sorridente e spensierata in un semplice abito. Così vestita, ha danzato con leggerezza e, con la stessa brillantezza, attraversando metà della platea, ha eseguito l’aria di Cunégonde da Candide di Leonard Bernstein. Il fuoco d’artificio di colorature ha raggiunto il suo apice, seguito da una standing ovation inevitabile e spontanea. Più che meritata: Jessica Pratt, con la sua arte unica e, non da ultimo, con un repertorio prezioso per Praga (e per noi), ha conquistato il cuore del pubblico.
FoggiaZon
Fabrizio Simone
Jessica Pratt e l’OFB incantano il Giordano
Questa recensione si riferisce a Gala Lirica Sinfonico al Orchestra Filarmonica di Benevento.
Che la Pratt canti Mozart o canti Donizetti, il risultato è sempre lo stesso: il pubblico va letteralmente in delirio, travolgendo il soprano con applausi fragorosissimi. Così è stato al termine della prima aria della Regina della Notte e ancora di più dopo Der Holle Rache Kocht in meinem Herzen, ma la ”Scena della pazzia” è stata salutata con un’ovazione ancor più frenetica. Dopo ben tre chiamate sul palco, la Pratt ha regalato un bis, Summertime (sempre di Gershwin), al quale il pubblico ha risposto con un ulteriore plauso entusiastico.
Opera PLUS
Gabriela Špalková
Il fenomenale soprano Jessica Pratt ha mostrato a Praga il vero belcanto
Questa recensione si riferisce a Delirio, Prague al Prague National Theatre.
Cantare cinque scene così lunghe e difficili nello stesso concerto, con intervalli minimi (o addirittura senza pause, come tra La Sonnambula ed Emilia di Liverpool), è un’impresa straordinaria. Eppure, Jessica Pratt non ha mostrato alcun segno di stanchezza. Ha cantato con totale padronanza, senza sforzo apparente, con un controllo perfetto. Il suo canto era raffinato, musicale, mozzafiato. Nella terza ottava si muove con assoluta sicurezza, affrontando le vette più acute con leggerezza e lasciando fluire la voce con naturalezza. La dinamica che riesce a ottenere è straordinaria, e i suoi pianissimi, di una bellezza ipnotica, sembrano sfidare le leggi della fisica.
Klasika Plus
Jan Sebastian Tomsa
La primadonna ritorna all'opera di stato
Questa recensione si riferisce a Delirio, Prague al Prague National Theatre.
...nei suoi lunghi pianissimi sostenuti nel registro acuto, ha sfiorato i confini estremi di ciò che è possibile in quest'arte. ...sorprendente vedere con quanta semplicità, naturalezza e apparente assenza di sforzo eseguisse arie di una difficoltà straordinaria.

Opera Click
Federica Faldetta
Palermo - Teatro Massimo: "Delirio", recital di Jessica Pratt
Questa recensione si riferisce a Delirio al Teatro Massimo.
i suoi armonici riempiono la sala grande del teatro inebriandoci con gli ultimi fuochi d’artificio e dimostrando fino alla fine che un’estrema padronanza della tecnica vocale unita ad un’intensa interpretazione genera un canto naturale e spontaneo.

Composizione

Il dolce suono mi colpì di sua voce...Ardon gli incensi... Spargi d'amaro pianto

Libretto scritto in italian da Salvadore Cammarano, messo in scena la prima volta di sabato il 26 settembre del 1835
Sinossi
Non disponibile in italiano
Raimondo has just interrupted the marriage celebrations to tell the guests that Lucia has gone mad and killed her bridegroom Arturo. Lucia enters. In the aria she imagines being with Edgardo, soon to be happily married.
Testo
RAIMONDO Eccola! CHORUS Oh giusto cielo! Par dalla tomba uscita! LUCIA Il dolce suono mi colpì di sua voce!...Ah, quella voce m'è qui nel cor discesa! Edgardo, io ti son resa, Edgardo, ah, Edgardo mio! Sì, ti son resa, fuggita io son da' tuoi nemici. Un gelo mi serpeggia nel sen! Trema ogni fibra!...Vacilla il piè! Presso la fonte meco t'assidi alquanto. Ohimè! Sorge il tremendo fantasma, e ne separa! Ohimè! Ohimè! Edgardo! Edgardo! Ah! Il fantasma ne separa! Qui ricovriamo, Edgardo, a piè dell'ara. Sparsa è di rose!...Un'armonia celeste, di', non ascolti? Ah! L'inno suona di nozze! Il rito per noi s'appresta!...Oh me felice! Edgardo, Edgardo, oh me felice! Oh, gioia che si sente e non si dice! Ardon gli incensi...splendon le sacre faci, splendon intorno! Ecco il Ministro! Porgimi la destra...Oh, lieto giorno! Alfin son tua, alfin sei mio, a me ti dona un Dio. Spargi d'amaro pianto Il mio terrestre velo, Mentre lassù nel cielo Io pregherò, pregherò per te Al giunger tuo soltanto Fia bello il ciel per me! Ah sì, ah sì, ah sì per me Fia bello il ciel Il ciel per me Ah sì, ah sì, ah sì per me Sì, per me... per me... Ah sì Spargi d'amaro pianto Il mio terrestre velo, Mentre lassù nel cielo Io pregherò,…

Gaetano Donizetti

Breve biografia del compositore
Domenico Gaetano Maria Donizetti (Bergamo, 29 novembre 1797 – Bergamo, 8 aprile 1848) scrisse più di settanta opere, oltre a numerose composizioni di musica sacra e da camera. Le opere del Donizetti oggi più sovente rappresentate nei teatri di tutto il mondo sono L'elisir d'amore, la Lucia di Lammermoor e il Don Pasquale. Con frequenza sono allestite anche La fille du régiment, La Favorite, la Maria Stuarda, l'Anna Bolena, la Lucrezia Borgia e il Roberto Devereux. Nato a Bergamo il 29 novembre 1797, fu ammesso alle lezioni caritatevoli di musica tenute da Giovanni Simone Mayr e Francesco Salari. Fu proprio il Mayr ad aprire all'allievo prediletto le possibilità di successo, curandone prima la formazione e affidandolo poi alle cure di Stanislao Mattei. A Bologna, dove proseguiva gli studi musicali, il Donizetti scrisse la sua prima opera teatrale, Il Pigmalione. La rappresentazione "Enrico di Borgogna" a Venezia nel 1818, segnò il suo esordio teatrale. Firmato nel 1827 un contratto con l’impresario Domenico Barbaya, Donizetti si stabilì a Napoli, raggiungendo il grande successo con "Anna Bolena" ed "Elisir d’Amore". Nel 1829 era stato nominato direttore dei Teatri Reali di Napoli e, nel 1834, accettò la Cattedra di Composizione al Conservatorio della stessa città. Nel 1832, alla morte di Vincenzo Bellini, nonostante l'antipatia dimostrata in vita nei confronti del musicista, Donizetti gli dedicò una Messa da Requem. Nel 1835, Donizetti fece rappresentare a Napoli la "Lucia di Lammermoor" e, mentre la vita professionale del compositore andava a gonfie vele, venne colpito da una serie di lutti: in pochi mesi morirono il padre, la madre e la seconda figlia. Donizetti interruppe ogni sua attività in Italia per recarsi a Parigi, su consiglio di Gioachino Rossini. Nonostante la sfortuna continuasse a perseguitare il musicista con la morte della moglie e di un'altra figlia, Gaetano Donizetti curò il dispiacere e la solitudine componendo in pochi anni "Don Pasquale", "Don Sebastiano del Portogallo", "Linda di Chamounix", "Maria di Rohanna" e il "Conte di Chalais". Nel 1842 ricevette a Vienna l’ambita nomina di Maestro di Cappella di Corte, ma la sua salute, peggiorò sempre di più ed alla fine fu internato nel manicomio di Ivry-sur-Seine. Nel 1847, Donizetti,trasportato a Bergamo, fu accolto dai baroni Basoni Scotti, che lo assistettero fino alla morte, sopravvenuta l'8 Aprile 1848.
Jessica ha già figurato nelle seguenti opere dallo stesso compositore:

General Management

Ariosi Management

Alessandro Ariosi

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Fidelio Artists

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