Opera Slovakia
Pavel Unger
Jessica Pratt e i suoi travolgenti deliri belcantistici alla Staatsoper di Praga
Questa recensione si riferisce a Delirio, Prague al Prague National Theatre.
Jessica Pratt ha aperto il suo programma con una scena completa da La sonnambula di Vincenzo Bellini, un’opera semiseria, in cui, dopo appena poche battute, era evidente che sul palcoscenico si trovava un’artista in perfetto dominio del linguaggio del belcanto. Un timbro ammaliante, un fraseggio scolpito, pianissimi pieni e corposi nel registro più alto e una scintillante coloratura nella cabaletta non lasciavano dubbi: così si canta l’opera romantica italiana.
Emilia di Liverpool, un’opera semiseria di Gaetano Donizetti, è tra le più raramente eseguite del compositore. Scritta per il Teatro Nuovo di Napoli all’età di 26 anni, quando aveva già all’attivo una dozzina di opere, venne successivamente revisionata quattro anni dopo rispetto alla versione originale del 1824. Nella cavatina e cabaletta di Emilia, con coro e assolo di mezzosoprano, Jessica Pratt si è immersa nella psicologia del personaggio, trasmettendone tanto la disperazione quanto la gioia e la riconciliazione attraverso la virtuosistica cabaletta.
Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, con la sua scena della follia, potrebbe apparire come un cavallo di battaglia fin troppo sfruttato per i soprani coloratura, sia “bianchi” che di timbro più scuro. Eppure, questa volta, ogni parola, ogni frase, ogni sfumatura dinamica, ogni gesto e dettaglio espressivo nella Lucia di Jessica Pratt risultavano assolutamente credibili. A 45 anni, la sua voce si trova nella piena maturità di una coloratura drammatico-giovanile, che, grazie a una tecnica impeccabile, le permette di modellare da un lato lunghe frasi legate e dall’altro cascate di canto fiorito, sempre pervase da un’intensa carica emotiva. Lo strumento solista che l’accompagnava non era la “armonica a bicchieri” prevista dal compositore (oggi sempre più diffusa nei teatri), bensì il flauto (splendidamente suonato da Jana Lukášová), e tuttavia il brano ha risuonato con la massima autenticità.
La scena e aria di Elvira da I Puritani di Vincenzo Bellini, eseguita in forma scenica, ha rappresentato un’ulteriore conferma che il pubblico stava assistendo a una vera lezione dal vivo di poetica e stile belcantista. Un legato fluido, sfumature dinamiche, una profonda immedesimazione nello stato d’animo dell’eroina e, nel finale, una cabaletta mozzafiato: questa è stata l’Elvira di Pratt. E, alla fine del programma ufficiale, ha offerto un’altrettanto esemplare interpretazione della protagonista di Linda di Chamounix di Donizetti, che ha iniziato a sollevare il pubblico dalle poltrone.
Andrij Jurkevyč comprende il belcanto (dopotutto, ha collaborato più volte con Edita Gruberová, sia al Bratislava Music Festival nel 2011 in Lucrezia Borgia, sia due anni dopo a Košice in Anna Bolena, entrambe in forma di concerto): su questo non c’è dubbio. Ha sostenuto la solista, scelto tempi appropriati e “respirato” con lei; tuttavia, l’orchestra non è stata impeccabile in ogni dettaglio. Neppure le due ouverture di Ambroise Thomas hanno raggiunto la perfezione.
Jessica Pratt non solo ha plasmato l’atmosfera scenica con la sua interpretazione davanti all’orchestra, ma ha anche scelto un costume diverso per ogni brano, in armonia con l’essenza del personaggio. Conoscevo la sua vivacità e il suo spirito giocoso dal recital al Festival di Pesaro, quindi non mi ha sorpreso il piccolo scherzo che aveva preparato come bis.
Dopo l’ultimo numero del programma ufficiale, nel giro di due o tre secondi, ha abbandonato il sontuoso costume di scena e, all’improvviso, sul palco è apparsa una Jessica sorridente e spensierata in un semplice abito. Così vestita, ha danzato con leggerezza e, con la stessa brillantezza, attraversando metà della platea, ha eseguito l’aria di Cunégonde da Candide di Leonard Bernstein. Il fuoco d’artificio di colorature ha raggiunto il suo apice, seguito da una standing ovation inevitabile e spontanea. Più che meritata: Jessica Pratt, con la sua arte unica e, non da ultimo, con un repertorio prezioso per Praga (e per noi), ha conquistato il cuore del pubblico.
FoggiaZon
Fabrizio Simone
Jessica Pratt e l’OFB incantano il Giordano
Questa recensione si riferisce a Gala Lirica Sinfonico al Orchestra Filarmonica di Benevento.
Che la Pratt canti Mozart o canti Donizetti, il risultato è sempre lo stesso: il pubblico va letteralmente in delirio, travolgendo il soprano con applausi fragorosissimi. Così è stato al termine della prima aria della Regina della Notte e ancora di più dopo Der Holle Rache Kocht in meinem Herzen, ma la ”Scena della pazzia” è stata salutata con un’ovazione ancor più frenetica. Dopo ben tre chiamate sul palco, la Pratt ha regalato un bis, Summertime (sempre di Gershwin), al quale il pubblico ha risposto con un ulteriore plauso entusiastico.
Opera PLUS
Gabriela Špalková
Il fenomenale soprano Jessica Pratt ha mostrato a Praga il vero belcanto
Questa recensione si riferisce a Delirio, Prague al Prague National Theatre.
Cantare cinque scene così lunghe e difficili nello stesso concerto, con intervalli minimi (o addirittura senza pause, come tra La Sonnambula ed Emilia di Liverpool), è un’impresa straordinaria. Eppure, Jessica Pratt non ha mostrato alcun segno di stanchezza. Ha cantato con totale padronanza, senza sforzo apparente, con un controllo perfetto. Il suo canto era raffinato, musicale, mozzafiato. Nella terza ottava si muove con assoluta sicurezza, affrontando le vette più acute con leggerezza e lasciando fluire la voce con naturalezza. La dinamica che riesce a ottenere è straordinaria, e i suoi pianissimi, di una bellezza ipnotica, sembrano sfidare le leggi della fisica.
Klasika Plus
Jan Sebastian Tomsa
La primadonna ritorna all'opera di stato
Questa recensione si riferisce a Delirio, Prague al Prague National Theatre.
...nei suoi lunghi pianissimi sostenuti nel registro acuto, ha sfiorato i confini estremi di ciò che è possibile in quest'arte.
...sorprendente vedere con quanta semplicità, naturalezza e apparente assenza di sforzo eseguisse arie di una difficoltà straordinaria.
Connessi all'Opera
Francesco Bertini
Gala lirico L’Opera per la vita
Questa recensione si riferisce a L'Opera per la Vita al Associazione Lirica Trevigiana.
La sua prova appare maiuscola, in particolare per quanto attiene l’utilizzo sempre fluido e naturale dei registri acuto e sopracuto, la rotondità della zona centrale e l’attento dosaggio delle sfumature, tanto rilevanti in “Ah, non credea mirarti… Ah! Non giunge” da La sonnambula di Bellini e nell’ampio finale del primo atto della Traviata, dove il soprano investe appieno i propri mezzi per tornire compiutamente i cangianti stati d’animo di Violetta.
Opera Click
Federica Faldetta
Palermo - Teatro Massimo: "Delirio", recital di Jessica Pratt
Questa recensione si riferisce a Delirio al Teatro Massimo.
i suoi armonici riempiono la sala grande del teatro inebriandoci con gli ultimi fuochi d’artificio e dimostrando fino alla fine che un’estrema padronanza della tecnica vocale unita ad un’intensa interpretazione genera un canto naturale e spontaneo.