I Puritani

di Vincenzo Bellini

ABAO
Euskalduna
http://www.abao.org

Bilbao, Spagna
  • Direttore Giacomo Sagripanti
  • Regia Emilio Sagi
  • ottobre 2022
    15
    sabato
    19:00 > 22:00
    3 ore
  • ottobre 2022
    18
    martedì
    19:30 > 22:30
    3 ore
  • ottobre 2022
    21
    venerdì
    19:30 > 22:30
    3 ore
  • ottobre 2022
    24
    lunedì
    19:30 > 22:30
    3 ore
Scopri di più su Interpreti , Composizione , Compositore o quello che dicono le Recensioni

I Puritani

Interpreti

Stampa e Recensioni

Beckmesser
Manuel Cabrera
I Puritani nella stagione ABAO Bilbao
È stata una notte da non dimenticare! Il soprano di Bristol, ha commosso con la luminosità della sua voce guidandola nelle terre degli acuti più limpidi, fino a sopraffarci con i più dolci pianissimi, filando la voce in modo da inchiodare sul posto financo l'ultima fila della sala. Come è possibile modulare il suono in modo così grandioso e con una tale dolce espressività?
Platea Magazine
Alejandro Martínez
ABAO apre la sua stagione con 'I Puritani' di Bellini, con le voci di Jessica Pratt e Xabier Anduaga
Esemplare Jessica Pratt in una delle sue specialità, il ruolo di Elvira, che canta con incredibile disinvoltura e con un'aria di naturalezza contagiosa per il resto del cast. Non solo risolve abilmente le mille filigrane del belcanto (staccati, acuti interpolati, salti di ottava) ma convince anche nelle parti più drammatiche ed espressive del suo ruolo (O rendetemi la speme... Qui la voce sua soave), con un fraseggio dall'ampio respiro.
El Correo
Nino Dentici
Due artisti per il bel canto
[Jessica Pratt] sembrava sempre tranquilla in mezzo al pericolo, a suo agio nelle difficoltà, mentre decorava la sua "scena pazza" con una serie di abbellimenti che solo la sua abilità può consentire. A cotanta tecnica e flessibilità si aggiunga la purezza della sua voce e un legato infinito.
El Correo
Isabel Urrutia Cabrera
Il tenore Xabier Anduaga vince in casa
Jessica Pratt riafferma la sua maestria tecnica in un'opera belliniana dagli acuti "criminali". Jessica Pratt, molto amata dai fan di ABAO, [...] non abbassa mai il motore. È emozionata, isterica e in agonia in tutti e tre gli atti. […] Il secondo è quasi interamente una scena di follia che fa a pezzi tutte le cantanti. Ma non lei. Pratt lo chiude tutto d'un pezzo, con energia da vendere per culminare in un terzo atto anch'esso molto teso, con un duetto che oscilla dalla gioia al dubbio e allo svenimento.

Composizione

I Puritani

Libretto scritto in italian da Carlo Pepoli, messo in scena la prima volta di domenica il 25 gennaio del 1835

Vincenzo Bellini

Breve biografia del compositore
Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania, 3 novembre 1801 – Puteaux, 23 settembre 1835) è stato un compositore italiano, tra i più celebri operisti dell'Ottocento. Le sue opere furono dieci in tutto, più famose e rappresentate sono La sonnambula, Norma e I puritani. Biografia Nato a Catania il 3 novembre 1801 da Rosario Bellini e da Agata Ferlito in un appartamento in affitto di Palazzo Gravina Cruyllas in Piazza San Francesco, Vincenzo fu figlio e nipote d'arte: il nonno Vincenzo Tobia Felice, originario di Torricella Peligna e all'epoca noto compositore di musiche sacre, già attivo a Petralia Sottana, fu scritturato da Ignazio Paternò Castello e pertanto si trasferì a Catania in via Santa Barbara. Il piccolo Vincenzo dimostrò precocemente un interesse nei confronti della musica e intorno all'età di 14 anni si trasferì a studiare dal nonno il quale ne intuì l'alta predisposizione verso la composizione. Intorno al 1817 la sua produzione si fa particolarmente intensa, per convincere il senato civico ad ottenere una borsa di studio per il perfezionamento da effettuarsi al Real Collegio di Musica di San Sebastiano, con una supplica datata al 1818. Nel 1819 ottenne la borsa di 36 onze annue grazie all'interesse dell'intendente del Vallo, il duca di Sammartino. Partì da Messina, ospite dello zio padrino Francesco Ferlito, il 14 giugno e giunse al porto di Napoli dopo cinque giorni di tempesta, scampando fortunosamente ad un naufragio. A Napoli fu allievo di Giacomo Tritto, ma conosciuto Nicola Antonio Zingarelli preferì seguire quest'altro, il quale lo indirizzò verso lo studio dei classici e il gusto per la melodia piana ed espressiva, senza artifici e abbellimenti, secondo i dettami della scuola musicale napoletana. Tra i banchi del conservatorio ebbe come condiscepoli Saverio Mercadante ed il musicista patriota Piero Maroncelli, ma soprattutto conobbe il calabrese Francesco Florimo, la cui fedele amicizia lo accompagnerà per tutta la vita e dopo la morte, allorché Florimo diventerà bibliotecario del conservatorio di Napoli e sarà tra i primi biografi dell'amico prematuramente scomparso. In questo periodo Bellini compose musica sacra, alcune sinfonie d'opera e alcune arie per voce e orchestra, tra cui la celebre Dolente immagine il cui testo è attribuito alla sua fiamma di allora, Maddalena Fumaroli, opera oggi nota solo nelle successive rielaborazioni per voce e pianoforte. Nel 1825 presentò al teatrino del conservatorio la sua prima opera, Adelson e Salvini, come lavoro finale del corso di composizione. L'anno dopo colse il primo grande successo con Bianca e Fernando, andata in scena al teatro San Carlo di Napoli col titolo ritoccato in Bianca e Gernando per non mancare di rispetto al principe Ferdinando di Borbone. L'anno seguente il celebre Domenico Barbaja commissionò a Bellini un'opera da rappresentare al Teatro alla Scala di Milano. Partendo da Napoli, il giovane compositore lasciò alle spalle l'infelice passione per Maddalena Fumaroli, la ragazza che non aveva potuto sposare per l'opposizione del padre di lei, contrario al matrimonio con un musicista. Sia Il pirata (1827) che La straniera (1829) ottennero alla Scala un clamoroso successo: la stampa milanese riconosceva in Bellini l'unico operista italiano in grado di contrapporre a Gioachino Rossini uno stile personale da cui prende la bellezza proprio quest'ultimo, basato su una maggiore aderenza della musica al dramma e sul primato del canto espressivo rispetto al canto fiorito. Meno fortuna ebbe nel 1829 Zaira, rappresentata a Parma per inaugurare il nuovo Teatro Ducale di Parma (oggi Teatro Regio di Parma) e la cui rappresentazione riscosse scarso successo. Lo stile di Bellini mal si adattava ai gusti del pubblico di provincia, più tradizionalista. Delle cinque opere successive, le più riuscite sono non a caso quelle scritte per il pubblico di Milano (La sonnambula, e Norma, entrambe andate in scena nel 1831) e Parigi (I puritani - 1835). In questo periodo compose anche due opere per il Teatro La Fenice di Venezia: I Capuleti e i Montecchi (1830), per i quali adattò parte della musica scritta per Zaira, e la sfortunata Beatrice di Tenda (1833). La svolta decisiva nella carriera e nell'arte del musicista catanese coincise con la sua partenza dall'Italia alla volta di Parigi. Qui Bellini entrò in contatto con alcuni dei più grandi compositori d'Europa, tra cui Fryderyk Chopin, e il suo linguaggio musicale si arricchì di colori e soluzioni nuove, pur conservando intatta l'ispirazione melodica di sempre. Oltre ai Puritani, scritti in italiano per il Théâtre-Italien, a Parigi Bellini compose numerose romanze da camera di grande interesse, alcune delle quali in francese, dimostrandosi pronto a comporre un'opera in francese per il Teatro dell'Opéra di Parigi. Ma la sua carriera e la sua vita furono stroncate a meno di 34 anni da un'infezione intestinale probabilmente contratta all'inizio del 1830. Bellini fu sepolto nel cimitero Père Lachaise, dove rimase per oltre 40 anni, vicino a Chopin e a Cherubini. Nel 1876 la salma fu traslata nel Duomo di Catania. Nelle varie tappe che segnarono il ritorno in Patria, il feretro del compositore fu accolto ovunque con calore e commozione. Giunto infine nella sua città natale, vennero celebrate le solenni esequie, a cui parteciparono migliaia di catanesi, alcuni parenti del compositore (tra cui due fratelli ancora in vita), e una folta rappresentanza di autorità civili, militari e religiose. In onore del ritorno in Patria delle sue spoglie la sua città natale riprodusse l'Arco di Trionfo di Parigi in ricordo del soggiorno francese del musicista. La tomba fu realizzata dallo scultore Giovanni Battista Tassara, mentre il monumento cittadino fu opera di Giulio Monteverde. Heinrich Heine lo descrive così: «Egli aveva una figura alta e slanciata e moveva graziosamente e in modo, starei per dire, civettuolo. Viso regolare, piuttosto lungo, d'un rosa pallido; capelli biondi, quasi dorati, pettinati a riccioli radi; fronte alta, molto alta e nobile; naso diritto; occhi azzurri, pallidi; bocca ben proporzionata; mento rotondo. I suoi lineamenti avevano un che di vago, di privo di carattere, di latteo, e in codesto viso di latte affiorava a tratti, agrodolce, un'espressione di dolore». Secondo Heine, Bellini parlava francese molto male, anzi: «orribilmente, da cane dannato, rischiando di provocare la fine del mondo».

General Management

Ariosi Management

Alessandro Ariosi

Press and Public Relations

Fidelio Artists

Ph. +34 616 76 08 66
info@fidelioartist.com