I Puritani

di Vincenzo Bellini

Teatro Fraschini http://www.teatrofraschini.it

Pavia
  • Direttore Pirolli
  • Regia Rifici
  • ottobre 2011
    28
    venerdì
    18:30 > 21:30
    3 ore
  • ottobre 2011
    30
    domenica
    14:30 > 17:30
    3 ore
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I Puritani

Interpreti

Stampa e Recensioni

Helsingin Sanomat
Hannu-Ilari Lampila
I Puritani Madrileni in trasferta elevano il Belcanto ad altezze intossicanti
Questa recensione si riferisce a I Puritani al Savonlinna Opera Festival.
Jessica Pratt ha brillato nel ruolo femminile dei puritani come centro di tutte le emozioni. ... Il soprano inglese Jessica Pratt è un’esaltante e appassionata Elvira dai massimi livelli. Ardente di felicità e straziante quando colpita dal dolore. La famosa e stupenda scena della pazzia di Elvira prende quasi mezz'ora. La luminosa e radiante Jessica Pratt ha una straordinaria capacità di proiezione vocale sulla lunga distanza, coloratura da estasi e temperamento delicato. Elvira non è sola. In questa come in altre scene, il coro è attivamente coinvolto in una cassa di risonanza emotiva e collettiva. Quando l’empatia di coro e orchestra sostengono le passioni della solista l’incantesimo dello spettacolo si eleva ad altezze intossicanti.
OOpera
Riitta-Leena Lempinen-Vesa
Opera review: Jessica Pratt abbaglia con il suo canto
Questa recensione si riferisce a I Puritani al Savonlinna Opera Festival.
Altrettanto alto il livello vocale. Jessica Pratt è una soprano di coloratura di livello mondiale con note potenti e vibrato naturale. Il suono di altissima qualità sia sugli acuti che sulle note drammaticamente basse. I protagonisti rappresentano l’amore e la follia, il pubblico resta senza fiato ad ogni virtuosismo. … La Pratt è anche un’ottima attrice e la performance è brillante.
Sipario
Natalia Di Bartolo
I PURITANI - regia Pierluigi Pier'Alli
Questa recensione si riferisce a I Puritani al Teatro Massimo.
La britannica naturalizzata australiana Jessica Pratt è stata capace di fiondarsi da New York, dopo due recite di Lucia di Lammermoor al Met, arrivare a Palermo il 16 aprile, ovvero la sera prima della recita, provare per modo di dire e scaraventarsi in scena senza rete l'indomani pomeriggio. Professionalità ai massimi livelli: si è andata ambientando in corso di recita ed ha saputo delineare un personaggio Elvira credibile, aggraziato nelle movenze e soprattutto vocalmente delizioso, creando un "merletto" di corretta emissione, facilità nella zona acuta, misura e gran tecnica di bel canto che evocava antichi splendori e filati d'oltreoceano delle sue parti, ma con una marcia in più di modernità e tanta capacità di autocontrollo emozionale e vocale da creare brividi in sala. Favorita all'ascolto dell'appassionato dalle cadenze dell'edizione critica priva di tagli a cura di Fabrizio Della Seta, la Pratt ha emesso sovracuti e snocciolato agilità e abbellimenti, in un'opera che, così eseguita, nel complesso è durata oltre tre ore: si pensi quindi a quanti tagli aperti di cui tener conto. Chapeau.

Savonmaa
Mikko Ojajärvi
L'opera I Puritani incanta il pubblico
Questa recensione si riferisce a I Puritani al Savonlinna Opera Festival.
Storia simile ad un Romeo e Giulietta con la differenza che Elvira dei Puritani (il soprano Jessica Pratt) e Arturo (il tenore Celso Albelo) sopravvivono alla fine. Il pubblico dell’Olavinlinna sbalordito dall’opera e soprattutto da Jessica Pratt. Ha cantato come un usignolo, fiati lunghi e apparentemente senza alcuno sforzo.
HBL
Jan Granberg
Belcanto, bellezza ipnotica
Questa recensione si riferisce a I Puritani al Savonlinna Opera Festival.
La scena della pazzia era un tempo il culmine delle opere romantiche. Ce ne sono tre ne I Puritani, fra le più belle del genere. In questa produzione la protagonista Elvira, vaga sul palco abbracciata ad una luna calante. Jessica Pratt ha cantato con entusiasmo ed è stata brillante sia nelle parti delicate che in quelle virtuosistiche.
JFB
Pierre Waline
I Puritani di Bellini in versione ringiovanita al Palazzo delle Arti di Budapest
Questa recensione si riferisce a I Puritani al Müpa Budapest.
...il soprano Jessica Pratt assolutamente meravigliosa nel ruolo di Elvira nel quale, è vero, mostra grande esperienza. Un ruolo particolarmente difficile e impegnativo, che ella ha disegnato brillantemente. Soprattutto nei sovracuti delicati, senza alcuna aggressività, tuttaltro, il tutto cantato con grandi sfumature e senza sforzo apparente

Finanzas
JULIO BRAVO
Il "Teatro Real" invade la Finlandia
Questa recensione si riferisce a I Puritani al Savonlinna Opera Festival.
Il soprano Jessica Pratt (molto acclamata con un clamoroso batter di piedi, qui considerato simbolo di trionfo) e il tenore Celso Albelo sono stati i protagonisti di questa trasferta finlandese de I Puritani.
El Mundo
P. UNAMUNO
'I Puritani' conquistano Savonlinna
Questa recensione si riferisce a I Puritani al Savonlinna Opera Festival.
Il tenore delle Canarie Celso Albelo e il soprano britannico Jessica Pratt hanno raccolto le ovazioni maggiori per le interpretazioni dei protagonisti del dramma d'amore fra Arturo ed Elvira in piena guerra civile fra i Puritani affini a Cromwell e i monarchici che appoggiavano gli Stuardi.
La Platea
Fabio Montemurro
Questa recensione si riferisce a I Puritani al Opéra de Toulon.
Intensa e (nei momenti giusti) a tratti trasfigurata l'interpretazione di Jessica Pratt che riesce a passare dal drammatico al comico e viceversa senza alcuna stonatura.

Composizione

I Puritani

Libretto scritto in italian da Carlo Pepoli, messo in scena la prima volta di domenica il 25 gennaio del 1835

Vincenzo Bellini

Breve biografia del compositore
Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania, 3 novembre 1801 – Puteaux, 23 settembre 1835) è stato un compositore italiano, tra i più celebri operisti dell'Ottocento. Le sue opere furono dieci in tutto, più famose e rappresentate sono La sonnambula, Norma e I puritani. Biografia Nato a Catania il 3 novembre 1801 da Rosario Bellini e da Agata Ferlito in un appartamento in affitto di Palazzo Gravina Cruyllas in Piazza San Francesco, Vincenzo fu figlio e nipote d'arte: il nonno Vincenzo Tobia Felice, originario di Torricella Peligna e all'epoca noto compositore di musiche sacre, già attivo a Petralia Sottana, fu scritturato da Ignazio Paternò Castello e pertanto si trasferì a Catania in via Santa Barbara. Il piccolo Vincenzo dimostrò precocemente un interesse nei confronti della musica e intorno all'età di 14 anni si trasferì a studiare dal nonno il quale ne intuì l'alta predisposizione verso la composizione. Intorno al 1817 la sua produzione si fa particolarmente intensa, per convincere il senato civico ad ottenere una borsa di studio per il perfezionamento da effettuarsi al Real Collegio di Musica di San Sebastiano, con una supplica datata al 1818. Nel 1819 ottenne la borsa di 36 onze annue grazie all'interesse dell'intendente del Vallo, il duca di Sammartino. Partì da Messina, ospite dello zio padrino Francesco Ferlito, il 14 giugno e giunse al porto di Napoli dopo cinque giorni di tempesta, scampando fortunosamente ad un naufragio. A Napoli fu allievo di Giacomo Tritto, ma conosciuto Nicola Antonio Zingarelli preferì seguire quest'altro, il quale lo indirizzò verso lo studio dei classici e il gusto per la melodia piana ed espressiva, senza artifici e abbellimenti, secondo i dettami della scuola musicale napoletana. Tra i banchi del conservatorio ebbe come condiscepoli Saverio Mercadante ed il musicista patriota Piero Maroncelli, ma soprattutto conobbe il calabrese Francesco Florimo, la cui fedele amicizia lo accompagnerà per tutta la vita e dopo la morte, allorché Florimo diventerà bibliotecario del conservatorio di Napoli e sarà tra i primi biografi dell'amico prematuramente scomparso. In questo periodo Bellini compose musica sacra, alcune sinfonie d'opera e alcune arie per voce e orchestra, tra cui la celebre Dolente immagine il cui testo è attribuito alla sua fiamma di allora, Maddalena Fumaroli, opera oggi nota solo nelle successive rielaborazioni per voce e pianoforte. Nel 1825 presentò al teatrino del conservatorio la sua prima opera, Adelson e Salvini, come lavoro finale del corso di composizione. L'anno dopo colse il primo grande successo con Bianca e Fernando, andata in scena al teatro San Carlo di Napoli col titolo ritoccato in Bianca e Gernando per non mancare di rispetto al principe Ferdinando di Borbone. L'anno seguente il celebre Domenico Barbaja commissionò a Bellini un'opera da rappresentare al Teatro alla Scala di Milano. Partendo da Napoli, il giovane compositore lasciò alle spalle l'infelice passione per Maddalena Fumaroli, la ragazza che non aveva potuto sposare per l'opposizione del padre di lei, contrario al matrimonio con un musicista. Sia Il pirata (1827) che La straniera (1829) ottennero alla Scala un clamoroso successo: la stampa milanese riconosceva in Bellini l'unico operista italiano in grado di contrapporre a Gioachino Rossini uno stile personale da cui prende la bellezza proprio quest'ultimo, basato su una maggiore aderenza della musica al dramma e sul primato del canto espressivo rispetto al canto fiorito. Meno fortuna ebbe nel 1829 Zaira, rappresentata a Parma per inaugurare il nuovo Teatro Ducale di Parma (oggi Teatro Regio di Parma) e la cui rappresentazione riscosse scarso successo. Lo stile di Bellini mal si adattava ai gusti del pubblico di provincia, più tradizionalista. Delle cinque opere successive, le più riuscite sono non a caso quelle scritte per il pubblico di Milano (La sonnambula, e Norma, entrambe andate in scena nel 1831) e Parigi (I puritani - 1835). In questo periodo compose anche due opere per il Teatro La Fenice di Venezia: I Capuleti e i Montecchi (1830), per i quali adattò parte della musica scritta per Zaira, e la sfortunata Beatrice di Tenda (1833). La svolta decisiva nella carriera e nell'arte del musicista catanese coincise con la sua partenza dall'Italia alla volta di Parigi. Qui Bellini entrò in contatto con alcuni dei più grandi compositori d'Europa, tra cui Fryderyk Chopin, e il suo linguaggio musicale si arricchì di colori e soluzioni nuove, pur conservando intatta l'ispirazione melodica di sempre. Oltre ai Puritani, scritti in italiano per il Théâtre-Italien, a Parigi Bellini compose numerose romanze da camera di grande interesse, alcune delle quali in francese, dimostrandosi pronto a comporre un'opera in francese per il Teatro dell'Opéra di Parigi. Ma la sua carriera e la sua vita furono stroncate a meno di 34 anni da un'infezione intestinale probabilmente contratta all'inizio del 1830. Bellini fu sepolto nel cimitero Père Lachaise, dove rimase per oltre 40 anni, vicino a Chopin e a Cherubini. Nel 1876 la salma fu traslata nel Duomo di Catania. Nelle varie tappe che segnarono il ritorno in Patria, il feretro del compositore fu accolto ovunque con calore e commozione. Giunto infine nella sua città natale, vennero celebrate le solenni esequie, a cui parteciparono migliaia di catanesi, alcuni parenti del compositore (tra cui due fratelli ancora in vita), e una folta rappresentanza di autorità civili, militari e religiose. In onore del ritorno in Patria delle sue spoglie la sua città natale riprodusse l'Arco di Trionfo di Parigi in ricordo del soggiorno francese del musicista. La tomba fu realizzata dallo scultore Giovanni Battista Tassara, mentre il monumento cittadino fu opera di Giulio Monteverde. Heinrich Heine lo descrive così: «Egli aveva una figura alta e slanciata e moveva graziosamente e in modo, starei per dire, civettuolo. Viso regolare, piuttosto lungo, d'un rosa pallido; capelli biondi, quasi dorati, pettinati a riccioli radi; fronte alta, molto alta e nobile; naso diritto; occhi azzurri, pallidi; bocca ben proporzionata; mento rotondo. I suoi lineamenti avevano un che di vago, di privo di carattere, di latteo, e in codesto viso di latte affiorava a tratti, agrodolce, un'espressione di dolore». Secondo Heine, Bellini parlava francese molto male, anzi: «orribilmente, da cane dannato, rischiando di provocare la fine del mondo».

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