Concerto Jessica Pratt

di Gioacchino Rossini

Rossini Opera Festival http://www.rossinioperafestival.it

Pesaro, Italy
  • Direttore Alessandro Bonato
  • agosto 2020
    14
    venerdì
    20:30 > 21:30
    1 ora
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Concerto Jessica Pratt

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Connessi al Opera
Francesco Bertini
Treviso, Teatro Comunale – Musica per il palato, con Jessica Pratt e Antonino Siragusa
Questa recensione si riferisce a Musica per il palato al Associazione Lirica Trevigiana.
Il soprano inglese, australiano d’adozione, offre una propria funambolica lettura di “Una voce poco fa” da Il barbiere di Siviglia, ma colpisce in particolare nel rondò finale “Tace la tromba altera” dalla rara Matilde di Shabran. Al cospetto della scrittura rossiniana, Pratt domina il pentagramma con piena padronanza e omogeneità d’emissione: tutta la zona acuta, cui s’aggiungono le frequenti puntature sopracute, è corposa e timbrata, i centri risultano sonori e sempre a fuoco, anche durante le agilità più serrate. Le medesime impressioni si hanno all’ascolto della cavatina della Comtesse Adèle “En proie à la tristesse” da Le Comte Ory. All’udire la naturalezza con la quale l’artista snocciola gli abbellimenti rossiniani, il teatro esplode in unanimi consensi e apprezzamenti.

Composizione

Ami alfine? E chi non ama?

Libretto scritto in italian da Jacopo Ferretti
Testo
Ami alfine? E chi non ama? Ama l'aura, l'onda, il fiore. Se di te trionfa Amore Non ti devi vergognar. Agli affanni suoi segreti Son soggetti anche i guerrieri, Anche i medici e i poeti Son costretti a sospirar. Non è vero? Edoardo, Corradino, Ginardo, Aliprando e Raimondo Anzi è verissimo. Isidoro Ancor io dovetti amar, E sette anni singhiozzar, E fu cosa da crepar. Coro ed Egoldo Dunque al castel talora Verrem da voi, signora, E niun ci scaccierà? Eguale avete l'anima Del volto alla beltà. Matilde Tace la tromba altera, Spira tranquillità. Amor la sua bandiera Intorno spiegherà. Femmine mie, guardate: L'ho fatto delirar. Femmine, siamo nate Per vincere e regnar. IL Coro e gli Altri Le femmine son nate Per vincere e regnar.

Gioacchino Rossini

Breve biografia del compositore
La prima parte della sua vita fu come uno dei suoi celeberrimi, travolgenti crescendo (compose la prima opera all'età di quattordici anni); poi - come per iniziare una seconda esistenza - vennero il precoce ed improvviso abbandono del teatro, la depressione e il ritiro nella pace della campagna parigina di Passy, con molte pagine di musica ancora da scrivere. Nato a Pesaro il 29 febbraio 1792, tre mesi dopo la morte di Wolfgang Amadeus Mozart, il Cigno di Pesaro - come fu definito[2] - impresse al melodramma uno stile destinato a far epoca e del quale chiunque, dopo di lui, avrebbe dovuto tener conto; musicò decine di opere liriche senza limite di genere, dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e semiserie. La sua famiglia era di semplici origini: il padre Giuseppe - detto Vivazza (morto il 20 aprile 1839) - fervente sostenitore della Rivoluzione francese, era originario di Lugo (Ravenna) e suonava per professione nella banda cittadina e nelle orchestre locali che appoggiavano le truppe francesi d'occupazione; la madre, Anna Guidarini, era nata ad Urbino ed era una cantante di discreta bravura. In ragione delle idee politiche del padre, la famiglia Rossini fu costretta a frequenti trasferimenti da una città all'altra tra Emilia e Romagna. Così il giovane Rossini trascorre gli anni della giovinezza o presso la nonna o in viaggio fra Ravenna, Ferrara e Bologna dove il padre era riparato nel tentativo di sfuggire alla cattura dopo il restauro del governo pontificio. Dal 1802 la famiglia vive per qualche anno a Lugo; qui Gioachino apprende i primi rudimenti di teoria musicale nella scuola dei fratelli Malerbi. Successivamente la famiglia si trasferisce a Bologna. Ed è proprio nella città felsinea che Rossini inizia lo studio del canto (fu contralto e cantore all'Accademia filarmonica), del pianoforte e della spinetta presso il maestro Giuseppe Prinetti. Nel 1806, a quattordici anni, si iscrive al Liceo musicale bolognese, studia intensamente composizione appassionandosi alle pagine di Haydn e di Mozart (è in questo periodo che si guadagna l'appellativo di tedeschino), mostrando grande ammirazione per le opere di Cimarosa e scrive la sua prima opera (Demetrio e Polibio, che sarà rappresentata però soltanto nel 1812). Conosce Isabella Colbran, cantante lirica, maggiore di età, che sposerà a Castenaso il 16 marzo 1822 e da cui si separerà intorno al 1830.

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