Musica per il palato

Associazione Lirica Trevigiana
Teatro Comunale Mario del Monaco di Treviso
http://www.associazioneliricatrevigiana.it/images/evento2016/LibrettoInterni.pdf

Treviso
  • febbraio 2017
    19
    domenica
    16:30 > 19:30
    3 ore

L’iniziativa, promossa dall’Associazione Lirica Trevigiana, in collaborazione con il Comune di Treviso, con l’Accademia Rossiniana del Rossini Opera Festival e con il supporto tecnico-organizzativo dei Teatri e Umanesimo Latino S.p.A., coinvolge artisti come il soprano Jessica Pratt e il tenore Antonino Siragusa, che accompagnati dal Maestro Sebastiano Rolli alla testa dell’Orchestra di Padova e del Veneto-OPV e del Coro Lirico di Bergamo istruito dal maestro Fabio Tartari, daranno vita a un pomeriggio di musica rossiniana nel corso del quale verranno eseguiti, oltre a una serie di grandi arie, alcuni concertati affidati ai giovani cantanti promossi dall’Accademia Rossiniana del Rossini Opera Festival di Pesaro. Al termine del concerto, seguirà una cena buffet di gusto rossiniano.

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Musica per il palato

Programma
  • Ouverture: Il Barbiere di Siviglia

    taratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini
  • Una voce poco fa

    taratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini
  • Se il mio nome saper voi bramate

    taratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini
    • Antonino Siragusa - Conte Almaviva TENOR
  • Finale primo atto

    taratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini
    • Antonino Siragusa - Il conte d'Almaviva TENOR
    • William Hernández - Figaro BARITONE
    • Giorgia Paci - Berta SOPRANO
    • Lilly Jørsyad - Rosina MEZZOSOPRANO
    • Lilly Jørsyad - Berta MEZZOSOPRANO
    • Shi Zong - Bartolo BASS
    • Alessandro Abis - Basilio BASS
    • Yasuhiro Yamamoto - Il conte d'Almaviva TENOR
  • Ami alfine? E chi non ama?

    taratto da Matilde di Shabran di Gioacchino Rossini
  • Cessa di più resistere

    taratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini
    • Antonino Siragusa - Conte Almaviva TENOR
  • Intervallo
  • Ouverture: L’Italiana in Algeri

    taratto da L’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini
  • Nella testa ho un campanello

    taratto da L’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini
    • Antonino Siragusa - sabella TENOR
    • Yasuhiro Yamamoto - Lindoro TENOR
    • Alessandro Abis - Taddeo BASS
    • Shi Zong - Mustafà BASS
    • Giorgia Paci - Elvira SOPRANO
    • Eleonora Bellocci - Zulma SOPRANO
    • Eleonora Bellocci - Haly SOPRANO
    • Lilly Jørsyad - Isabella MEZZOSOPRANO
  • Oui, vous l’arrachez à mon âme

    taratto da Guillaume Tell di Gioacchino Rossini
  • Come un’ape nei giorni d’aprile

    taratto da La Cenerentola di Gioacchino Rossini
    • William Hernández - Dandini BARITONE
  • Sì, ritrovarla io giuro

    taratto da La Cenerentola di Gioacchino Rossini
    • Antonino Siragusa - Don Ramiro TENOR
  • Finale primo atto

    taratto da La Cenerentola di Gioacchino Rossini
    • Lilly Jørsyad - Angelina MEZZOSOPRANO
    • Yasuhiro Yamamoto - Prince Ramiro TENOR
    • William Hernández - Dandini BARITONE
    • Shi Zong - Don Magnifico BASS
    • Alessandro Abis - Alidoro BASS
    • Eleonora Bellocci - Clorinda SOPRANO
    • Giorgia Paci - Tisbe SOPRANO
  • En proie à la tristesse

    taratto da Le Comte d'Ory di Gioacchino Rossini

Stampa e Recensioni

Connessi al Opera
Francesco Bertini
Treviso, Teatro Comunale – Musica per il palato, con Jessica Pratt e Antonino Siragusa
Il soprano inglese, australiano d’adozione, offre una propria funambolica lettura di “Una voce poco fa” da Il barbiere di Siviglia, ma colpisce in particolare nel rondò finale “Tace la tromba altera” dalla rara Matilde di Shabran. Al cospetto della scrittura rossiniana, Pratt domina il pentagramma con piena padronanza e omogeneità d’emissione: tutta la zona acuta, cui s’aggiungono le frequenti puntature sopracute, è corposa e timbrata, i centri risultano sonori e sempre a fuoco, anche durante le agilità più serrate. Le medesime impressioni si hanno all’ascolto della cavatina della Comtesse Adèle “En proie à la tristesse” da Le Comte Ory. All’udire la naturalezza con la quale l’artista snocciola gli abbellimenti rossiniani, il teatro esplode in unanimi consensi e apprezzamenti.

Brani

Ouverture: Il Barbiere di Siviglia

tratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini

Una voce poco fa

tratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini
Testo
Una voce poco fa qui nel cor mi risuonò; il mio cor ferito è già, e Lindor fu che il piagò. Sì, Lindoro mio sarà; lo giurai, la vincerò. (bis) Il tutor ricuserà, io l'ingegno aguzzerò. Alla fin s'accheterà e contenta io resterò. Sì, Lindoro mio sarà; lo giurai, la vincerò. Sì, Lindoro mio sarà; lo giurai, sì. ~ ~ ~ Io sono docile, son rispettosa, sono obbediente, dolce, amorosa; mi lascio reggere, mi lascio reggere, mi fo guidar, mi fo guidar. Ma, ma se mi toccano dov'è il mio debole sarò una vipera, sarò e cento trappole prima di cedere farò giocar, giocar. E cento trappole prima di cedere farò giocar, farò giocar.

Se il mio nome saper voi bramate

tratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini
Testo
Se il mio nome saper voi bramate, dal mio labbro il mio nome ascoltate. Io son Lindoro che fido v'adoro, che sposa vi bramo, che a nome vi chiamo, di voi sempre parlando cosi' dall'aurora al tramonto del di'. L'amoroso e sincero Lindoro, non può darvi, mia cara, un tesoro. Ricco non sono, ma un core vi dono, un'anima amante che fida e costante per voi sola sospira così dall'aurora al tramonto del dì.

Finale primo atto

tratto da La Cenerentola di Gioacchino Rossini

Ami alfine? E chi non ama?

tratto da Matilde di Shabran di Gioacchino Rossini
Testo
Ami alfine? E chi non ama? Ama l'aura, l'onda, il fiore. Se di te trionfa Amore Non ti devi vergognar. Agli affanni suoi segreti Son soggetti anche i guerrieri, Anche i medici e i poeti Son costretti a sospirar. Non è vero? Edoardo, Corradino, Ginardo, Aliprando e Raimondo Anzi è verissimo. Isidoro Ancor io dovetti amar, E sette anni singhiozzar, E fu cosa da crepar. Coro ed Egoldo Dunque al castel talora Verrem da voi, signora, E niun ci scaccierà? Eguale avete l'anima Del volto alla beltà. Matilde Tace la tromba altera, Spira tranquillità. Amor la sua bandiera Intorno spiegherà. Femmine mie, guardate: L'ho fatto delirar. Femmine, siamo nate Per vincere e regnar. IL Coro e gli Altri Le femmine son nate Per vincere e regnar.

Cessa di più resistere

tratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini
Testo
Ola', t'accheta. Cessa di piu' resistere, non cimentsr mio sdegno. Spezzato e' il gioco indegno di tanta crudelta'. Della belta' dolente, d'un innocente amore l'avaro tuo furore piu' non trionfera'. E tu, infelice vittima d'un reo poter tiranno, sottratta al giogo barbaro, cangia in piacer l'affanno e in sen d'un fido sposo gioisci in liberta', Cari amici

Ouverture: L’Italiana in Algeri

tratto da L’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini
Sinossi
Non disponibile in italiano
The overture is widely recorded and performed today, known for its distinct opening of slow, quiet pizzicato basses, leading to a sudden loud burst of sound from the full orchestra. This "surprise" reflects Rossini's early admiration for Joseph Haydn, whose Symphony No. 94 in G major, "The Surprise Symphony", is so named for the same shocking and semi-comic effect. (wiki)

Nella testa ho un campanello

tratto da L’Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini
Testo
Taddeo, Mustafà, Elvira, Isabella, Zulma, Lindoro,Haly Va sossopra il mio cervello, Sbalordito in tanti imbrogli; Qual vascel fra l'onde e i scogli Io sto/Ei sta presso a naufragar. Coro Va sossopra il suo cervello; Ei sta presso a naufragar. Elvira Nella testa ho un campanello Che suonando fa din din. Isabella e Zulma La mia testa è un campanello Che suonando fa din din. Lindoro e Haly Nella testa ho un gran martello Mi percuote e fa tac tà. Taddeo Sono come una cornacchia Che spennata fa crà crà Mustafà Come scoppio di cannone La mia testa fa bum bum.

Oui, vous l’arrachez à mon âme

tratto da Guillaume Tell di Gioacchino Rossini
Testo
MATHILDE Restez. Oui, vous l'arrachez à mon âme Ce secret qu'ont trahi mes yeux, Oui, vous l'arrachez, etc. Je ne puis étouffer ma flamme, Dût-elle nous perdre tous deux ! etc. ARNOLD Il est donc sorti de son âme Ce secret qu'ont trahi ses yeux ! Il est donc sorti, etc. Sa flamme répond à ma flamme, Dût-elle nous perdre tous deux ! etc. (à Mathilde) Mais entre nous quelle distance, Que d'obstacles de toutes parts ! MATHILDE Ah ! ne perdez pas l'espérance ; Tout vous élève à mes regards. ARNOLD Doux aveu ! ce tendre langage De plaisir enivre mon cœur. MATHILDE Je puis l'aimer, tout me présage Près de lui des jours de bonheur. Je le chéris, tout me présage Près de lui des jours de bonheur. Oui, je l'aime et tout me présage Près de lui des jours de bonheur ! etc. ARNOLD Doux aveu ! ce tendre langage De plaisir enivre mon cœur ! etc. Tout présage ici mon bonheur. Quels transports pour mon cœur ! etc. MATHILDE Retournez aux champs de la gloire, Volez à de nouveaux exploits. Retournez aux champs, etc. On s'ennoblit par la victoire ; Le monde approuvera mon choix. ARNOLD Méritons aux champs de la gloire Le prix qui m'attend au retour : Méritons aux champs, etc. Puis-je douter de la victoire Lorsque j'obéis à l'amour ? MATHILDE On s'ennoblit par la victoire. ARNOLD Puis-je douter de la victoire Lorsque j'obéis à l'amour ? Oui - MATHILDE Il est digne de mon amour, oui. Dans celle qui t'aime, Oui, c'est l'honneur même Qui dicte sa loi. Mathilde, constante, Ira sous ta tente Recevoir ta foi. etc. ARNOLD Dans celle que j'aime, Oui, c'est l'honneur même Qui dicte sa loi. Mathilde, constante, Viendra sous ma tente Recevoir ma foi. etc. Je retourne aux champs de la gloire... MATHILDE Retournez aux champs de la gloire... ARNOLD Je vole à de nouveaux exploits. MATHILDE Volez à de nouveaux exploits ; On s'ennoblit par la victoire. ARNOLD Puis-je douter de la victoire Lorsque j'obéis à vos lois ? Oui - MATHILDE Le monde approuvera mon choix ! Oui - Dans celle qui t'aime Oui, c'est l'honneur même, etc. ARNOLD Dans celle que j'aime, Oui, c'est l'honneur même, etc.

Come un’ape nei giorni d’aprile

tratto da La Cenerentola di Gioacchino Rossini
Testo
Come un'ape ne' giorni d'aprile Va volando leggiera, e scherzosa; Corre al giglio, poi salta alla rosa, Dolce un fiore a cercare per se; Tra la belle m'aggiro, e rimiro : Ne ho veduto già tante, e poi tante, Ma non trovo un giudizio, un sembiante Un boccone squisito per me. (Dico bene?) Son tutte papà Per pietà quelle ciglia abbassate. Galloppando sen va la ragione E fra I colpi d'un doppio cannone Spalancata la brecchia è di già. Vezzosa! Graziosa! Son tutte papà (Ma al finir della nostra commedia Che tragedia quì nascer dovrà!)

Sì, ritrovarla io giuro

tratto da La Cenerentola di Gioacchino Rossini
Testo
Sì, ritorvarla io giuro. Amor, amor mi muove : Se fosse in grembo a Giove Io la ritroverò. Pegno adorato e caro Che mi lusinghi almeno Ah! come al labbro e al seno Come ti stringerò! Noi voleremo, domanderemo, Ricercheremo, ritroveremo. Dolce speranza, freddo timore, Dentro al mio core Stanno a pugnar; Amore, amore, M'ha da guidar.

Finale primo atto

tratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini

En proie à la tristesse

tratto da Le Comte d'Ory di Gioacchino Rossini
Testo
LA COMTESSE ADELE En proie à la tristesse, Ne plus goûter d’ivresse, Au sein de la jeunesse, Souffrir, gémir sans cesse, Voilà quel este mon sort. Se flétrir en silence, N’espérer que la mort, Hélas, quelle souffrance. O peine horrible! Vous que l’on dit sensible, Daignez, s’il est possible, Guérir le mal terrible Dont je me sens mourir! Soulagez ma douler, Rendez-moi le bonheur. CHOEUR Calmez tant de souffrance, Calmez tant de douleur! LA COMTESSE ADELE Faut-il mourir de ma souffrance? CHOEUR Et que votre science Lui rende le bonheur. LA COMTESSE ADELE Hélas, plus d’espérance! CHOEUR Calmez-tant de douleur! ISOLIER (à part, au Comte) Vous avez entendu sa touchante prière! Voici le vrai momenta, soyez à moi, mon père! LE COMTE ORY (à la Comtesse) Si dans mon assistance Vour avez confiance, Je puis en conscience Guérir votre douler. Du mal qui vous dévore La source est dans le coeur. Aimez, aimez encore Pour renaître au bonheur. LA COMTESSE ADELE D’un éternel veuvage Un serment fut le gage. Et j’irais le trahir? Plutôt, plutôt mourir. LE COMTE ORY Le ciel vous en dégage. Il ordonne que de vous jours La flamme se ranime Au flambeau des amour. LA COMTESSE ADELE Céleste providence, Je te bénis de ta clémence! O bon ermite - Votre mérite En mes beaux jours - Vivra toujours. ISOLIER et LE COMTE ORY Toujours, toujours. LA COMTESSE ADELE Votre mérite A mon secours - viendra toujours. Isolier, que ta présence Me fait naître un doux émoi. Cher Isolier, je veux t’aimer, Je ne veux aimer que toi. Déjà je sens - Les feux brûlants De la jeunesse - par la tendresse - Se rallumer.

Gioacchino Rossini

La prima parte della sua vita fu come uno dei suoi celeberrimi, travolgenti crescendo (compose la prima opera all'età di quattordici anni); poi - come per iniziare una seconda esistenza - vennero il precoce ed improvviso abbandono del teatro, la depressione e il ritiro nella pace della campagna parigina di Passy, con molte pagine di musica ancora da scrivere. Nato a Pesaro il 29 febbraio 1792, tre mesi dopo la morte di Wolfgang Amadeus Mozart, il Cigno di Pesaro - come fu definito[2] - impresse al melodramma uno stile destinato a far epoca e del quale chiunque, dopo di lui, avrebbe dovuto tener conto; musicò decine di opere liriche senza limite di genere, dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e semiserie. La sua famiglia era di semplici origini: il padre Giuseppe - detto Vivazza (morto il 20 aprile 1839) - fervente sostenitore della Rivoluzione francese, era originario di Lugo (Ravenna) e suonava per professione nella banda cittadina e nelle orchestre locali che appoggiavano le truppe francesi d'occupazione; la madre, Anna Guidarini, era nata ad Urbino ed era una cantante di discreta bravura. In ragione delle idee politiche del padre, la famiglia Rossini fu costretta a frequenti trasferimenti da una città all'altra tra Emilia e Romagna. Così il giovane Rossini trascorre gli anni della giovinezza o presso la nonna o in viaggio fra Ravenna, Ferrara e Bologna dove il padre era riparato nel tentativo di sfuggire alla cattura dopo il restauro del governo pontificio. Dal 1802 la famiglia vive per qualche anno a Lugo; qui Gioachino apprende i primi rudimenti di teoria musicale nella scuola dei fratelli Malerbi. Successivamente la famiglia si trasferisce a Bologna. Ed è proprio nella città felsinea che Rossini inizia lo studio del canto (fu contralto e cantore all'Accademia filarmonica), del pianoforte e della spinetta presso il maestro Giuseppe Prinetti. Nel 1806, a quattordici anni, si iscrive al Liceo musicale bolognese, studia intensamente composizione appassionandosi alle pagine di Haydn e di Mozart (è in questo periodo che si guadagna l'appellativo di tedeschino), mostrando grande ammirazione per le opere di Cimarosa e scrive la sua prima opera (Demetrio e Polibio, che sarà rappresentata però soltanto nel 1812). Conosce Isabella Colbran, cantante lirica, maggiore di età, che sposerà a Castenaso il 16 marzo 1822 e da cui si separerà intorno al 1830.

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