¡Viva el belcanto!

Amigos de la Opera de A Coruna
Teatro Colon
http://www.amigosoperacoruna.org

Coruna
  • ottobre 2020
    16
    venerdì
    20:00 > 23:00
    3 ore
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¡Viva el belcanto!

Programma
  • Matilde di Shabran Overture

    taratto da Matilde di Shabran di Gioacchino Rossini
  • Cessa di più resistere

    taratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini
    • Xabier Anduaga - Conte Almaviva TENOR
  • Qui la voce sua soave” … “Vien diletto, in ciel la luna

    taratto da I Puritani di Vincenzo Bellini
    • Xabier Anduaga - Elvira TENOR
  • Ah! mes amis, quel jour de fête!

    taratto da La fille du régiment di Gaetano Donizetti
    • Xabier Anduaga - Tonio TENOR
  • è strano... Ah fors'è lui... Sempre libera

    taratto da La Traviata di Giuseppe Verdi
  • Chiedi all'aura lusinghiera

    taratto da L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti
  • L'anello mio... Ah non credea mirarti... Ah non giunge

    taratto da La Sonnambula di Vincenzo Bellini
  • Una furtiva lagrima

    taratto da L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti
    • Xabier Anduaga - Nemorino TENOR
  • Il dolce suono mi colpì di sua voce...Ardon gli incensi... Spargi d'amaro pianto

    taratto da Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti
  • Por el humo se sabe donde està el fuego

    taratto da Dona Francisquita di Amadeo Vives
  • Zampa Overture

    taratto da Zampa di Ferdinand Hérold
  • Lucia perdona… Verranno a te sull’aure

    taratto da Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti
  • Glitter and be gay

    taratto da Candide di Leonard Bernstein
  • No puede ser

    taratto da La tabernera del puerto di Pablo Sorozábal
  • Libiamo fra lieti calici

    taratto da La Traviata di Giuseppe Verdi
  • è strano... Ah fors'è lui... Sempre libera

    taratto da La Traviata di Giuseppe Verdi

Stampa e Recensioni


Brani

Matilde di Shabran Overture

tratto da Matilde di Shabran di Gioacchino Rossini

Cessa di più resistere

tratto da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini
Testo
Ola', t'accheta. Cessa di piu' resistere, non cimentsr mio sdegno. Spezzato e' il gioco indegno di tanta crudelta'. Della belta' dolente, d'un innocente amore l'avaro tuo furore piu' non trionfera'. E tu, infelice vittima d'un reo poter tiranno, sottratta al giogo barbaro, cangia in piacer l'affanno e in sen d'un fido sposo gioisci in liberta', Cari amici

Ah! mes amis, quel jour de fête!

tratto da La fille du régiment di Gaetano Donizetti
Testo
TONIO Ah! mes amis, quel jour de fête! Je vais marcher sous vos drapeaux. L'amour, qui m'a tourné la tête. Désormais me rend un héros, Ah! quel bonheur, oui, mes amis, Je vais marcher sous vos drapeaux! Qui, celle pour qui je respire, A mes voeux a daigné sourire Et ce doux espoir de bonheur Trouble ma raison et man coeur! Ah! LE CAPORAL Le camarade est amoureux! (Les soldats rient) TONIO Et c'est vous seuls que j'espère. CAPORAL, SOLDATS Quoi! c'est notre enfant que tu veux! TONIO Écoutez-moi, écoutez-moi. Messieurs son père, écoutez-moi, Car je sais qu'il dépend de vous De me rendre ici son époux. CAPORAL, SOLDATS Notre fille qui nous est chère N'est pas, n'est pas pour un ennemi. Non! Il lui faut un meilleur parti, Telle est la volonté d'un père. TONIO Vous refusez? CAPORAL, SOLDATS Complètement.D'ailleurs, elle est promise... LE CAPORAL ... a notre régiment... LES SOLDATS ... a notre régiment... TONIO (Avec force) Mais j'en suis, puisqu'en cet instant Je viens de m'engager, pour cela seulement! CAPORAL, SOLDATS Tant pis pour toi! TONIO Messieurs son père... LES SOLDATS Tant pis pour toi! TONIO ... écoutez-moi! CAPORAL, SOLDATS Tant pis pour toi! TONIO Ma votre fille m'aime! CAPORAL, SOLDATS (Avec surprise) Se pourrait-il! quoi! notre enfant! TONIO Elle m'aime, vous dis-je, j'en fais serment! CAPORAL, SOLDATS Eh! quoi... notre Marie... TONIO Elle m'aime, j'en fais serment! CAPORAL, SOLDATS Que dire, que faire? Puisqu'il a su plaire, Il faut, en bon père Ici, consentir. Mais pourtant j'enrage, Car c'est grand dommage De l'unir avec Un pareil blanc-bec! Oui, c'est un grand dommage! TONIO Eh! bien? LE CAPORAL Si tu dis vrai, son père en ce moment Te promet son consentement CAPORAL, SOLDATS Oui, te promet son consentement TONIO Pour mon âme, Quel destin! J'ai sa flamme, Et j'ai sa main! Jour prospère! Me voici Militaire et mari!

Qui la voce sua soave” … “Vien diletto, in ciel la luna

tratto da I Puritani di Vincenzo Bellini
Testo
Qui la voce sua soave Mi chiamava e poi sparì. Qui giurava esser fedele, Qui il giurava, E poi crudele, mi fuggì! Ah! mai più qui assorti insieme Nella gioia dei sospir. Ah! rendetemi la speme, O lasciate, lasciatemi morir! Vien, diletto, è in ciel la luna! Tutto tace intorno, intorno; Finchè spunti in ciel il giorno, Ah, vien, ti posa sul mio cor! Deh! t'affretta, o Arturo mio, Riedi, o caro, alla tua Elvira; Essa piange e ti sospira, Vien, o caro, all'amore.

è strano... Ah fors'è lui... Sempre libera

tratto da La Traviata di Giuseppe Verdi
Testo
VIOLETTA Violetta sola È strano! è strano! in core Scolpiti ho quegli accenti! Sarìa per me sventura un serio amore? Che risolvi, o turbata anima mia? Null'uomo ancora t'accendeva O gioia Ch'io non conobbi, essere amata amando! E sdegnarla poss'io Per l'aride follie del viver mio? Ah, fors'è lui che l'anima Solinga ne' tumulti Godea sovente pingere De' suoi colori occulti! Lui che modesto e vigile All'egre soglie ascese, E nuova febbre accese, Destandomi all'amor. A quell'amor ch'è palpito Dell'universo intero, Misterioso, altero, Croce e delizia al cor. A me fanciulla, un candido E trepido desire Questi effigiò dolcissimo Signor dell'avvenire, Quando ne' cieli il raggio Di sua beltà vedea, E tutta me pascea Di quel divino error. Sentìa che amore è palpito Dell'universo intero, Misterioso, altero, Croce e delizia al cor! Resta concentrata un istante, poi dice Follie! follie delirio vano è questo! Povera donna, sola Abbandonata in questo Popoloso deserto Che appellano Parigi, Che spero or più? Che far degg'io! Gioire, Di voluttà nei vortici perire. Sempre libera degg'io Folleggiar di gioia in gioia, Vo' che scorra il viver mio Pei sentieri del piacer, Nasca il giorno, o il giorno muoia, Sempre lieta ne' ritrovi A diletti sempre nuovi Dee volare il mio pensier.

Chiedi all'aura lusinghiera

tratto da L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti

L'anello mio... Ah non credea mirarti... Ah non giunge

tratto da La Sonnambula di Vincenzo Bellini

Una furtiva lagrima

tratto da L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti
Sinossi
È cantata da Nemorino nell'ottava scena del secondo atto, quando si accorge di una lacrima spuntata dagli occhi dell'amata Adina, e capisce di essere ricambiato: la donna si mostra gelosa che il giovane attragga le ragazze del paese, che in realtà lo corteggiano solo per l'eredità appena ricevuta, mentre Nemorino è convinto sia merito dell' "elisir d'amore" vendutogli da Dulcamara (in realtà soltanto una bottiglia di Bordeaux). L'aria è introdotta da un'arpa seguita poco dopo da un fagotto, che fornisce una sfumatura malinconica a tutta la melodia.
Testo
Una furtiva lagrima Negli occhi suoi spunto Quelle festosee giovani Invidiar sembro Che piu cercando io vo" M'ama, lovedo Un solo instante I palpiti Del suo bel cor sentir! I miei sospir, confondere Per poco a' suoi sospir! Cielo, si puo morir! Di piu con chiedo

Il dolce suono mi colpì di sua voce...Ardon gli incensi... Spargi d'amaro pianto

tratto da Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti
Sinossi
Non disponibile in italiano
Raimondo has just interrupted the marriage celebrations to tell the guests that Lucia has gone mad and killed her bridegroom Arturo. Lucia enters. In the aria she imagines being with Edgardo, soon to be happily married.
Testo
RAIMONDO Eccola! CHORUS Oh giusto cielo! Par dalla tomba uscita! LUCIA Il dolce suono mi colpì di sua voce!...Ah, quella voce m'è qui nel cor discesa! Edgardo, io ti son resa, Edgardo, ah, Edgardo mio! Sì, ti son resa, fuggita io son da' tuoi nemici. Un gelo mi serpeggia nel sen! Trema ogni fibra!...Vacilla il piè! Presso la fonte meco t'assidi alquanto. Ohimè! Sorge il tremendo fantasma, e ne separa! Ohimè! Ohimè! Edgardo! Edgardo! Ah! Il fantasma ne separa! Qui ricovriamo, Edgardo, a piè dell'ara. Sparsa è di rose!...Un'armonia celeste, di', non ascolti? Ah! L'inno suona di nozze! Il rito per noi s'appresta!...Oh me felice! Edgardo, Edgardo, oh me felice! Oh, gioia che si sente e non si dice! Ardon gli incensi...splendon le sacre faci, splendon intorno! Ecco il Ministro! Porgimi la destra...Oh, lieto giorno! Alfin son tua, alfin sei mio, a me ti dona un Dio. Spargi d'amaro pianto Il mio terrestre velo, Mentre lassù nel cielo Io pregherò, pregherò per te Al giunger tuo soltanto Fia bello il ciel per me! Ah sì, ah sì, ah sì per me Fia bello il ciel Il ciel per me Ah sì, ah sì, ah sì per me Sì, per me... per me... Ah sì Spargi d'amaro pianto Il mio terrestre velo, Mentre lassù nel cielo Io pregherò,…

Por el humo se sabe donde està el fuego

tratto da Dona Francisquita di Amadeo Vives

Zampa Overture

tratto da Zampa di Ferdinand Hérold

Lucia perdona… Verranno a te sull’aure

tratto da Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti
Testo
EDGARDO Lucia, perdona se ad ora inusitata io vederti chiedea: ragion possente a ciò mi trasse. Prìa che in ciel biancheggi l'alba novella dalle patrie sponde lungi sarò. LUCIA Che dici? EDGARDO Pe' Franchi lidi amici sciolgo le vele; ivi trattar m'è dato le sorti della Scozia. LUCIA E me nel pianto abbandoni così? EDGARDO Prìa di lasciarti Ashton mi vegga...io stenderò placato a lui la destra e la tua destra, pegno fra noi di pace, chiederò. LUCIA Che ascolto! Ah, no...rimanga nel silenzio sepolto per or l'arcano affetto. EDGARDO Intendo! Di mia stirpe il reo persecutor, dei mali miei ancor pago non è! Mi tolse il padre, il mio retaggio avito. Né basta? Che brama ancor quel cor feroce e rio? La mia perdita intera? Il sangue mio? Egli m'odia... LUCIA Ah, no... EDGARDO M'aborre. LUCIA Calma, oh ciel, quell'ira estrema. EDGARDO Fiamma ardente in sen mi corre! M'odi. LUCIA Edgardo! EDGARDO M'odi e trema! Sulla tomba che rinserra il tradito genitore al tuo sangue eterna guerra io giurai nel mio furore. LUCIA Ah! EDGARDO Ma ti vidi, e in cor mi nacque altro affetto, e l'ira tacque. Pur quel voto non è infranto, io potrei, sì potrei compirlo ancor! LUCIA Deh! Ti placa. Deh, ti frena. EDGARDO Ah, Lucia! LUCIA Può tradirne un solo accento! Non ti basta la mia pena? Vuoi ch'io mora di spavento? EDGARDO Ah, no! LUCIA Ceda, ceda ogn'altro affetto, solo amor t'infiammi il petto; un più nobile, più santo, d'ogni voto è un puro amor, ah, solo amore, ecc. Cedi, cedi a me, cedi, cedi all'amor. EDGARDO Pur quel voto non è infranto, ecc. Io potrei compirlo ancor. (con subita risoluzione) Qui di sposa eterna fede, qui mi giura al cielo innante. Dio ci ascolta, Dio ci vede; tempio ed ara è un core amante; (ponendo un anello in dito a Lucia) al tuo fato unisco il mio, son tuo sposo. LUCIA (porgendo a sua volta il proprio anello ad Edgardo) E tua son io. EDGARDO e LUCIA Ah, soltanto il nostro foco spegnerà di morte il gel. LUCIA Ai miei voti amore invoco, ai miei voti invoco il ciel, ecc. EDGARDO Ai miei voti invoco il cielo, ecc. Separarci omai conviene. LUCIA Oh, parola a me funesta! Il mio cor con te ne viene. EDGARDO Il mio cor con te qui resta, ecc. LUCIA Ah, Edgardo, ah! Edgardo! EDGARDO Separarci omai convien. LUCIA Ah, talor del tuo pensiero venga un foglio messaggero, e la vita fuggitiva di speranze nutrirò. EDGARDO Io di te memoria viva sempre, o cara, serberò. LUCIA Ah! Verranno a te sull'aure i miei sospiri ardenti, udrai nel mar che mormora l'eco dei miei lamenti. Pensando ch'io di gemiti mi pasco e di dolor, spargi un'amara lagrima su questo pegno allor, ah, su questo pegno, ecc. EDGARDO Verranno a te sull'aure, ecc. EDGARDO e LUCIA Ah! Verranno a te sull'aure, ecc. EDGARDO Rammentati, ne stringe il ciel! EDGARDO e LUCIA Addio!

Glitter and be gay

tratto da Candide di Leonard Bernstein

No puede ser

tratto da La tabernera del puerto di Pablo Sorozábal

Libiamo fra lieti calici

tratto da La Traviata di Giuseppe Verdi

è strano... Ah fors'è lui... Sempre libera

tratto da La Traviata di Giuseppe Verdi
Testo
VIOLETTA Violetta sola È strano! è strano! in core Scolpiti ho quegli accenti! Sarìa per me sventura un serio amore? Che risolvi, o turbata anima mia? Null'uomo ancora t'accendeva O gioia Ch'io non conobbi, essere amata amando! E sdegnarla poss'io Per l'aride follie del viver mio? Ah, fors'è lui che l'anima Solinga ne' tumulti Godea sovente pingere De' suoi colori occulti! Lui che modesto e vigile All'egre soglie ascese, E nuova febbre accese, Destandomi all'amor. A quell'amor ch'è palpito Dell'universo intero, Misterioso, altero, Croce e delizia al cor. A me fanciulla, un candido E trepido desire Questi effigiò dolcissimo Signor dell'avvenire, Quando ne' cieli il raggio Di sua beltà vedea, E tutta me pascea Di quel divino error. Sentìa che amore è palpito Dell'universo intero, Misterioso, altero, Croce e delizia al cor! Resta concentrata un istante, poi dice Follie! follie delirio vano è questo! Povera donna, sola Abbandonata in questo Popoloso deserto Che appellano Parigi, Che spero or più? Che far degg'io! Gioire, Di voluttà nei vortici perire. Sempre libera degg'io Folleggiar di gioia in gioia, Vo' che scorra il viver mio Pei sentieri del piacer, Nasca il giorno, o il giorno muoia, Sempre lieta ne' ritrovi A diletti sempre nuovi Dee volare il mio pensier.

Gioacchino Rossini

La prima parte della sua vita fu come uno dei suoi celeberrimi, travolgenti crescendo (compose la prima opera all'età di quattordici anni); poi - come per iniziare una seconda esistenza - vennero il precoce ed improvviso abbandono del teatro, la depressione e il ritiro nella pace della campagna parigina di Passy, con molte pagine di musica ancora da scrivere. Nato a Pesaro il 29 febbraio 1792, tre mesi dopo la morte di Wolfgang Amadeus Mozart, il Cigno di Pesaro - come fu definito[2] - impresse al melodramma uno stile destinato a far epoca e del quale chiunque, dopo di lui, avrebbe dovuto tener conto; musicò decine di opere liriche senza limite di genere, dalle farse alle commedie, dalle tragedie alle opere serie e semiserie. La sua famiglia era di semplici origini: il padre Giuseppe - detto Vivazza (morto il 20 aprile 1839) - fervente sostenitore della Rivoluzione francese, era originario di Lugo (Ravenna) e suonava per professione nella banda cittadina e nelle orchestre locali che appoggiavano le truppe francesi d'occupazione; la madre, Anna Guidarini, era nata ad Urbino ed era una cantante di discreta bravura. In ragione delle idee politiche del padre, la famiglia Rossini fu costretta a frequenti trasferimenti da una città all'altra tra Emilia e Romagna. Così il giovane Rossini trascorre gli anni della giovinezza o presso la nonna o in viaggio fra Ravenna, Ferrara e Bologna dove il padre era riparato nel tentativo di sfuggire alla cattura dopo il restauro del governo pontificio. Dal 1802 la famiglia vive per qualche anno a Lugo; qui Gioachino apprende i primi rudimenti di teoria musicale nella scuola dei fratelli Malerbi. Successivamente la famiglia si trasferisce a Bologna. Ed è proprio nella città felsinea che Rossini inizia lo studio del canto (fu contralto e cantore all'Accademia filarmonica), del pianoforte e della spinetta presso il maestro Giuseppe Prinetti. Nel 1806, a quattordici anni, si iscrive al Liceo musicale bolognese, studia intensamente composizione appassionandosi alle pagine di Haydn e di Mozart (è in questo periodo che si guadagna l'appellativo di tedeschino), mostrando grande ammirazione per le opere di Cimarosa e scrive la sua prima opera (Demetrio e Polibio, che sarà rappresentata però soltanto nel 1812). Conosce Isabella Colbran, cantante lirica, maggiore di età, che sposerà a Castenaso il 16 marzo 1822 e da cui si separerà intorno al 1830.

Gaetano Donizetti

Domenico Gaetano Maria Donizetti (Bergamo, 29 novembre 1797 – Bergamo, 8 aprile 1848) scrisse più di settanta opere, oltre a numerose composizioni di musica sacra e da camera. Le opere del Donizetti oggi più sovente rappresentate nei teatri di tutto il mondo sono L'elisir d'amore, la Lucia di Lammermoor e il Don Pasquale. Con frequenza sono allestite anche La fille du régiment, La Favorite, la Maria Stuarda, l'Anna Bolena, la Lucrezia Borgia e il Roberto Devereux. Nato a Bergamo il 29 novembre 1797, fu ammesso alle lezioni caritatevoli di musica tenute da Giovanni Simone Mayr e Francesco Salari. Fu proprio il Mayr ad aprire all'allievo prediletto le possibilità di successo, curandone prima la formazione e affidandolo poi alle cure di Stanislao Mattei. A Bologna, dove proseguiva gli studi musicali, il Donizetti scrisse la sua prima opera teatrale, Il Pigmalione. La rappresentazione "Enrico di Borgogna" a Venezia nel 1818, segnò il suo esordio teatrale. Firmato nel 1827 un contratto con l’impresario Domenico Barbaya, Donizetti si stabilì a Napoli, raggiungendo il grande successo con "Anna Bolena" ed "Elisir d’Amore". Nel 1829 era stato nominato direttore dei Teatri Reali di Napoli e, nel 1834, accettò la Cattedra di Composizione al Conservatorio della stessa città. Nel 1832, alla morte di Vincenzo Bellini, nonostante l'antipatia dimostrata in vita nei confronti del musicista, Donizetti gli dedicò una Messa da Requem. Nel 1835, Donizetti fece rappresentare a Napoli la "Lucia di Lammermoor" e, mentre la vita professionale del compositore andava a gonfie vele, venne colpito da una serie di lutti: in pochi mesi morirono il padre, la madre e la seconda figlia. Donizetti interruppe ogni sua attività in Italia per recarsi a Parigi, su consiglio di Gioachino Rossini. Nonostante la sfortuna continuasse a perseguitare il musicista con la morte della moglie e di un'altra figlia, Gaetano Donizetti curò il dispiacere e la solitudine componendo in pochi anni "Don Pasquale", "Don Sebastiano del Portogallo", "Linda di Chamounix", "Maria di Rohanna" e il "Conte di Chalais". Nel 1842 ricevette a Vienna l’ambita nomina di Maestro di Cappella di Corte, ma la sua salute, peggiorò sempre di più ed alla fine fu internato nel manicomio di Ivry-sur-Seine. Nel 1847, Donizetti,trasportato a Bergamo, fu accolto dai baroni Basoni Scotti, che lo assistettero fino alla morte, sopravvenuta l'8 Aprile 1848.

Vincenzo Bellini

Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini (Catania, 3 novembre 1801 – Puteaux, 23 settembre 1835) è stato un compositore italiano, tra i più celebri operisti dell'Ottocento. Le sue opere furono dieci in tutto, più famose e rappresentate sono La sonnambula, Norma e I puritani. Biografia Nato a Catania il 3 novembre 1801 da Rosario Bellini e da Agata Ferlito in un appartamento in affitto di Palazzo Gravina Cruyllas in Piazza San Francesco, Vincenzo fu figlio e nipote d'arte: il nonno Vincenzo Tobia Felice, originario di Torricella Peligna e all'epoca noto compositore di musiche sacre, già attivo a Petralia Sottana, fu scritturato da Ignazio Paternò Castello e pertanto si trasferì a Catania in via Santa Barbara. Il piccolo Vincenzo dimostrò precocemente un interesse nei confronti della musica e intorno all'età di 14 anni si trasferì a studiare dal nonno il quale ne intuì l'alta predisposizione verso la composizione. Intorno al 1817 la sua produzione si fa particolarmente intensa, per convincere il senato civico ad ottenere una borsa di studio per il perfezionamento da effettuarsi al Real Collegio di Musica di San Sebastiano, con una supplica datata al 1818. Nel 1819 ottenne la borsa di 36 onze annue grazie all'interesse dell'intendente del Vallo, il duca di Sammartino. Partì da Messina, ospite dello zio padrino Francesco Ferlito, il 14 giugno e giunse al porto di Napoli dopo cinque giorni di tempesta, scampando fortunosamente ad un naufragio. A Napoli fu allievo di Giacomo Tritto, ma conosciuto Nicola Antonio Zingarelli preferì seguire quest'altro, il quale lo indirizzò verso lo studio dei classici e il gusto per la melodia piana ed espressiva, senza artifici e abbellimenti, secondo i dettami della scuola musicale napoletana. Tra i banchi del conservatorio ebbe come condiscepoli Saverio Mercadante ed il musicista patriota Piero Maroncelli, ma soprattutto conobbe il calabrese Francesco Florimo, la cui fedele amicizia lo accompagnerà per tutta la vita e dopo la morte, allorché Florimo diventerà bibliotecario del conservatorio di Napoli e sarà tra i primi biografi dell'amico prematuramente scomparso. In questo periodo Bellini compose musica sacra, alcune sinfonie d'opera e alcune arie per voce e orchestra, tra cui la celebre Dolente immagine il cui testo è attribuito alla sua fiamma di allora, Maddalena Fumaroli, opera oggi nota solo nelle successive rielaborazioni per voce e pianoforte. Nel 1825 presentò al teatrino del conservatorio la sua prima opera, Adelson e Salvini, come lavoro finale del corso di composizione. L'anno dopo colse il primo grande successo con Bianca e Fernando, andata in scena al teatro San Carlo di Napoli col titolo ritoccato in Bianca e Gernando per non mancare di rispetto al principe Ferdinando di Borbone. L'anno seguente il celebre Domenico Barbaja commissionò a Bellini un'opera da rappresentare al Teatro alla Scala di Milano. Partendo da Napoli, il giovane compositore lasciò alle spalle l'infelice passione per Maddalena Fumaroli, la ragazza che non aveva potuto sposare per l'opposizione del padre di lei, contrario al matrimonio con un musicista. Sia Il pirata (1827) che La straniera (1829) ottennero alla Scala un clamoroso successo: la stampa milanese riconosceva in Bellini l'unico operista italiano in grado di contrapporre a Gioachino Rossini uno stile personale da cui prende la bellezza proprio quest'ultimo, basato su una maggiore aderenza della musica al dramma e sul primato del canto espressivo rispetto al canto fiorito. Meno fortuna ebbe nel 1829 Zaira, rappresentata a Parma per inaugurare il nuovo Teatro Ducale di Parma (oggi Teatro Regio di Parma) e la cui rappresentazione riscosse scarso successo. Lo stile di Bellini mal si adattava ai gusti del pubblico di provincia, più tradizionalista. Delle cinque opere successive, le più riuscite sono non a caso quelle scritte per il pubblico di Milano (La sonnambula, e Norma, entrambe andate in scena nel 1831) e Parigi (I puritani - 1835). In questo periodo compose anche due opere per il Teatro La Fenice di Venezia: I Capuleti e i Montecchi (1830), per i quali adattò parte della musica scritta per Zaira, e la sfortunata Beatrice di Tenda (1833). La svolta decisiva nella carriera e nell'arte del musicista catanese coincise con la sua partenza dall'Italia alla volta di Parigi. Qui Bellini entrò in contatto con alcuni dei più grandi compositori d'Europa, tra cui Fryderyk Chopin, e il suo linguaggio musicale si arricchì di colori e soluzioni nuove, pur conservando intatta l'ispirazione melodica di sempre. Oltre ai Puritani, scritti in italiano per il Théâtre-Italien, a Parigi Bellini compose numerose romanze da camera di grande interesse, alcune delle quali in francese, dimostrandosi pronto a comporre un'opera in francese per il Teatro dell'Opéra di Parigi. Ma la sua carriera e la sua vita furono stroncate a meno di 34 anni da un'infezione intestinale probabilmente contratta all'inizio del 1830. Bellini fu sepolto nel cimitero Père Lachaise, dove rimase per oltre 40 anni, vicino a Chopin e a Cherubini. Nel 1876 la salma fu traslata nel Duomo di Catania. Nelle varie tappe che segnarono il ritorno in Patria, il feretro del compositore fu accolto ovunque con calore e commozione. Giunto infine nella sua città natale, vennero celebrate le solenni esequie, a cui parteciparono migliaia di catanesi, alcuni parenti del compositore (tra cui due fratelli ancora in vita), e una folta rappresentanza di autorità civili, militari e religiose. In onore del ritorno in Patria delle sue spoglie la sua città natale riprodusse l'Arco di Trionfo di Parigi in ricordo del soggiorno francese del musicista. La tomba fu realizzata dallo scultore Giovanni Battista Tassara, mentre il monumento cittadino fu opera di Giulio Monteverde. Heinrich Heine lo descrive così: «Egli aveva una figura alta e slanciata e moveva graziosamente e in modo, starei per dire, civettuolo. Viso regolare, piuttosto lungo, d'un rosa pallido; capelli biondi, quasi dorati, pettinati a riccioli radi; fronte alta, molto alta e nobile; naso diritto; occhi azzurri, pallidi; bocca ben proporzionata; mento rotondo. I suoi lineamenti avevano un che di vago, di privo di carattere, di latteo, e in codesto viso di latte affiorava a tratti, agrodolce, un'espressione di dolore». Secondo Heine, Bellini parlava francese molto male, anzi: «orribilmente, da cane dannato, rischiando di provocare la fine del mondo».

Giuseppe Verdi

Giuseppe Fortunino Francesco Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901) è stato un compositore italiano, considerato uno dei massimi operisti della storia, autore di melodrammi che fanno parte del repertorio dei teatri di tutto il mondo. Dominò la scena lirica dopo i grandi protagonisti del primo Ottocento, Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini, proseguendo la tradizione del teatro musicale italiano ed elaborando un linguaggio compositivo caratteristico e personale. La storiografia musicale lo ha accostato al contemporaneo Richard Wagner, esponente e riformatore dell'opera romantica tedesca, sebbene entrambi abbiano in seguito reinterpretato in forme differenti gli elementi romantici presenti nei loro melodrammi. Verdi simpatizzò con il movimento risorgimentale che perseguiva l'Unità d'Italia; per un breve periodo partecipò anche alla vita politica, assumendo una carica elettiva presso il proprio comune di residenza. Questi ideali si riflessero in parte nelle sue opere, come il Nabucco, che contiene il celebre coro Va, pensiero, e altri cori simili delle opere successive, che manifestavano molti caratteri propri dello spirito del movimento di unificazione. L'influenza musicale del compositore sui suoi successori è stata limitata, tuttavia le sue opere rimangono ancora oggi tra le più popolari, in particolare la cosiddetta "trilogia popolare": Rigoletto, Il trovatore e La traviata, composte nel "periodo di mezzo". Il bicentenario della sua nascita, nel 2013, è stato celebrato con numerosi eventi in molte parti del mondo.

Amadeo Vives

(18 November 1871 – 2 December 1932) was a Spanish musical composer, creator of over a hundred stage works. He is best known for Doña Francisquita, which Christopher Webber has praised for its "easy lyricism, fluent orchestration and colourful evocation of 19th Century Madrid—not to mention its memorable vocal and choral writing" characterizes as "without doubt the best known and loved of all his works, one of the few zarzuelas which has 'travelled' abroad"

Ferdinand Hérold

(28 January 1791 – 19 January 1833), better known as Ferdinand Hérold, was a French operatic composer of Alsatian descent who also wrote many pieces for the piano, orchestra, and the ballet. He is best known today for the ballet La fille mal gardée and the overture to the opera Zampa.

Leonard Bernstein

Leonard Bernstein « Il più grande pianista tra i direttori, il più grande direttore tra i compositori, il più grande compositore tra i pianisti...un genio universale » (Artur Rubinstein) Leonard Bernstein nella foto di Jack Mitchell Leonard Bernstein, nato con il nome di Louis (Lawrence, 25 agosto 1918 – New York, 14 ottobre 1990), è stato un compositore, pianista e direttore d'orchestra statunitense. Secondo il sondaggio tra cento famosi direttori d'orchestra pubblicato dalla rivista Classic Voice nel dicembre 2011 è considerato il secondo più grande direttore d'orchestra di tutti i tempi dietro a Carlos Kleiber e davanti a Von Karajan e Toscanini. Artista di grande fama internazionale, è stato direttore della New York Symphony Orchestra, dell'Orchestra filarmonica d'Israele e dal 1958 al 1968 direttore musicale della New York Philharmonic. Biografia Bernstein nasce a Lawrence, nel Massachusetts, nel 1918 da una famiglia di ebrei polacchi di Rovno. Si avvicina al pianoforte all'età di 10 anni. Frequenta la Boston Latin School, nel 1939 è alla Harvard University dove prende lezioni di teoria musicale e contrappunto da Arthur Tillman Merritt e Walter Piston. A Filadelfia dal 1939 al 1941 frequenta il Curtis Institute of Music dove studia direzione d'orchestra con Fritz Reiner e orchestrazione con Randall Thompson. Presso il Berkshire Music Center a Tanglewood studia composizione musicale con Serge Koussevitzky (al quale fu assistente e poi successore). Bernstein dirige la New York City Symphony (1945) Nel 1943 Bernstein è nominato direttore assistente dell'Orchestra Filarmonica di New York, avendo l'occasione di mostrarsi al grande pubblico quando sostituisce in novembre il direttore Bruno Walter alla Carnegie Hall. Successivamente dal 1945 al 1947 è direttore della New York City Center Orchestra. Fa la sua comparsa come direttore ospite presso altre orchestre negli Stati Uniti, in Europa e Israele, svolgendo un'intensa attività concertistica nei più importanti centri musicali del mondo, dedicandosi contemporaneamente alla composizione. Nel 1952 avviene la prima rappresentazione nel Teatro Comunale di Firenze di The Age of Anxiety, musicato da Bernstein. Nel 1953 in due concerti, dove è anche pianista, diventa il primo americano a dirigere a Milano l'Orchestra della Scala di Milano. Nello stesso anno alla Scala dirige Medea (Cherubini) con Maria Meneghini Callas e Fedora Barbieri e viene rappresentato un balletto con le sue musiche di The Age of Anxiety (la Sinfonia n. 2), nel 1955 dirige La Sonnambula con Maria Callas, La Bohème e due concerti con l'Orchestra filarmonica d'Israele ed Isaac Stern nei quali esegue anche la sua Serenata dal Convito di Platone, nel 1958 un concerto sinfonico in trasferta al Teatro Regio di Parma e due alla Scala, nel 1959 l'Orchestra Filarmonica di New York in due concerti dove è anche pianista, nel 1978 l'Orchestra ed il Coro dell'Opera di Stato di Vienna in Fidelio con Gundula Janowitz e Lucia Popp e la Wiener Philharmoniker in un concerto con le Sinfonie n. 2 e n. 3 di Ludwig van Beethoven, nel 1982 l'Orchestra ed il Coro della Scala in tre concerti con musiche di Igor Stravinskij, nel 1984 l'Orchestra Filarmonica della Scala in due concerti ed infine nel 1989 in un concerto. Per il Teatro La Fenice di Venezia dirige in prime esecuzioni assolute la Sinfonia breve di Bruno Bettinelli e la Serenata dal Convito di Platone di sua composizione con Isaac Stern nel 1954; con l'Orchestra Filarmonica di New York dirige alla Fenice un concerto sinfonico nel 1959 e due concerti nel 1968 e dirige l'Orchestra ed il Coro della Scala nella Sinfonia di Salmi di Igor Stravinskij nella Basilica dei Santi Giovanni e Paolo (Venezia) nel 1982. Nel 1955 avvengono le première nella Carnegie Hall di New York di "The Lark" e di "Salomé" di Leonard Bernstein. Dal 1958 al 1969 Bernstein è direttore d'orchestra e direttore musicale dell'Orchestra Filarmonica di New York, diventando il primo nato negli USA a ricoprire questi incarichi. Leonard Bernstein, 1955 Con questa orchestra svolse diverse tournée internazionali in America Latina, Europa, Unione Sovietica e Giappone. Accresciuta la sua popolarità attraverso le sue apparizioni non solo come direttore d'orchestra e pianista, ma anche come commentatore e intrattenitore, Bernstein intraprende progetti di sensibilizzazione dei giovani ascoltatori dirigendo programmi televisivi come "Omnibus" e "I concerti dei giovani". Dopo il 1969 ha continuato a scrivere musica e ad esibirsi come direttore ospite con numerose sinfonie in tutto il mondo. Artista stravagante, impegnato anche nel musical, Bernstein è autore di una produzione di stampo neoromantico. Leonard Bernstein nel 1971 Nel 1960 dirige le prime esecuzioni assolute nella Carnegie Hall di New York di "Evocation" di Ralph Shapey e del Concerto per mirliton e orchestra di Mark Bucci. Nel 1963 esegue come pianista la prima esecuzione assoluta postuma nella Carnegie Hall di New York della Sonata per clarinetto e pianoforte (Poulenc) con Benny Goodman. Nel 1964 debutta al Metropolitan Opera House di New York dirigendo Falstaff (Verdi). Al Wiener Staatsoper dirige il Falstaff con Dietrich Fischer-Dieskau e Rolando Panerai nel 1966, la Sinfonia n. 2 (Mahler) con Christa Ludwig nel 1967, Der Rosenkavalier con la Ludwig e Gwyneth Jones nel 1968, Fidelio con la Jones e Lucia Popp nel 1970 e la sua A Quiet Place nel 1986. Complessivamente egli ha diretto in 42 rappresentazioni viennesi. Sempre allo Staatsoper viene eseguita la sua Mass nel 1981. Nel 1968 dirige la prima esecuzione assoluta nella Philharmonic Hall del Lincoln Center di New York del Concerto n. 2 per orchestra "Zvonï" di Rodion Konstantinovich Shedrin. Al Metropolitan dirige Cavalleria rusticana con Grace Bumbry e Franco Corelli nel 1970 e Carmen con Marilyn Horne nel 1972. A Salisburgo nel 1979 dirige il concerto nel Großes Festspielhaus con la Sinfonia n. 9 di Ludwig van Beethoven con Gwyneth Jones, Hanna Schwarz, René Kollo e Kurt Moll ed avviene la prima esecuzione assoluta nella Kleines Festspielhaus di "Piccola Serenata" di sua composizione. Nel 1982 avviene la prima rappresentazione nel Lincoln Center di New York di "Candide" di sua composizione. Nel 1988 dirige la prima rappresentazione nell'Empire Theatre di Glasgow della sua "Candide". Come compositore Bernstein ha fatto uso sapiente di elementi diversi che vanno da temi biblici, come nella Sinfonia n. 1 (1942, chiamato anche Geremia) e il Chichester Psalms (1965), ai ritmi jazz, come nella Sinfonia n. 2 (1949; The Age of Anxiety), su una poesia di Wystan Hugh Auden; a temi liturgici ebraici, come nella Sinfonia n. 3 (1963; Kaddish). Le sue opere più note sono il musical On the Town (1944, girato 1949), Wonderful Town (1953, girato nel 1958), Candido (1956), e la molto popolare commedia musicale West Side Story (1957, girato 1961), scritta in collaborazione con Stephen Sondheim e Jerome Robbins. Scrisse anche le partiture per i balletti di Fancy Free (1944), Fax (1946), e Dybbuk (1974), e ha composto le musiche per il film Fronte del porto (1954), per il quale ha ricevuto una nomination all'Oscar. La sua Messa, scritta appositamente per l'occasione, è stata eseguita in apertura del John F. Kennedy Center for the Performing Arts di Washington, nel settembre 1971. Alla Scala nel 1984 venne rappresentata invece l'opera A Quiet Place and Trouble in Tahiti. Nel 1989 diresse due esecuzioni storiche di Ludwig van Beethoven, la Sinfonia n. 9 in re minore, svolte a Berlino Est e Ovest per celebrare la caduta del muro di Berlino. Fu tra i massimi interpreti di Gustav Mahler, contribuendo molto alla cosiddetta Mahler renaissance che si sviluppò a partire dai primi anni sessanta. Bernstein pubblicò una raccolta di conferenze, The Joy of Music (1959); Concerti Giovani, della lettura e dell'ascolto (1962); L'infinita varietà della Musica (1966), e La questione senza risposta (1976), prelevato dalle sue Letture di Charles Eliot Norton alla Harvard University (1973).

Pablo Sorozábal

(18 September 1897 – 26 December 1988) was a Spanish composer of zarzuelas, symphonic works, and the popular romanza, "No puede ser".

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