L’opera che da un secolo e mezzo resta la più rappresentata al mondo, non fu capita al momento della sua prima a Venezia, nel 1853. Verdi era rimasto impressionato dal dramma teatrale della Dame aux camèlias di Dumas che aveva visto a Parigi, spinto da Giuseppina Strepponi con cui proprio in Francia era nata una relazione che sarebbe durata tutta la vita, ed aveva deciso di compiere un ulteriore salto in avanti rispetto alle convenzioni operistiche del suo tempo che non accettavano di mettere in scena la realtà contemporanea. Marie Duplessis, la cortigiana sua ex amante che Dumas aveva raffigurato in Marguerite, era morta solo sei anni prima di tisi a 23 anni. La Violetta di Verdi è anche un omaggio a Parigi e alla modernità. Il regista Ozpetek ha ambientato la sua Traviata “tra champagne e narghilé” nel primo Novecento, con la sua pennellata di elegante esotismo ottomano, ma conservando con grande rispetto la struttura già d’avanguardia creata dal compositore. Il ritorno al San Carlo di questo spettacolo molto amato è proposto in ideale dittico con la Butterfly.