L'Africaine

di Giacomo Mayerbeer

Teatro "La Fenice" http://www.teatrolafenice.it

Venezia
  • novembre 2013
    23
    sabato
    10:23 > 13:23
    3 ore
  • novembre 2013
    26
    martedì
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L'Africaine

Interpreti

Composizione

L'Africaine

Libretto scritto in french da Eugène Scribe, messo in scena la prima volta di venerdì il 28 aprile del 1865

Giacomo Mayerbeer

Breve biografia del compositore
Giacomo Meyerbeer (Vogelsdorf, 5 settembre 1791 – Parigi, 2 maggio 1864) è stato un compositore tedesco attivo soprattutto in Francia. È importante, nella storia dell'opera, per aver fatto da tramite tra Rossini e i compositori romantici, fondendo elementi desunti dalla scuola tedesca, italiana e francese. È stato il più rappresentativo e popolare compositore di grands opéras, opere da grande spettacolo tipicamente francesi. La famiglia Nacque a Tasdorf, un sobborgo di Berlino (oggi parte del comune Rüdersdorf bei Berlin), da Jakob Herz Beer, ricchissimo industriale ebreo (possessore tra l'altro di importanti raffinerie di zucchero), e Amalie ("Malka") Meyer Wulf, discendente di una dinastia di banchieri e di rabbini (suo antenato l'illustre rabbi Herschel), e famosa salonniere berlinese. Il suo vero nome era Jakob Meyer Beer. La fusione del cognome originario (Beer) con quello materno risale al 1810, quando morì il nonno materno, Jakob Liebmann Meyer Wulf: rimasto senza eredi maschi che ne perpetuassero il nome, l'avo gli lasciava una ricca eredità purché aggiungesse Meyer al cognome paterno. L'italianizzazione del nome, Giacomo, risale invece al suo periodo italiano (1815-1826). Suo fratello maggiore (il primogenito) Wilhelm Beer (m. 1850), banchiere, diventerà un famoso astronomo; un altro fratello, anch'egli nato prima di lui, Michael Beer, morto prematuramente il 23 marzo 1833, fu poeta drammatico di talento (scrisse i drammi Il Paria e Struensee, per cui Giacomo Mayerbeer scriverà le musiche di scena nel 1846). Formazione Diede prove di grande precocità. Studiò intensamente sotto maestri privati; innanzitutto composizione con il famoso Carl Zelter (maestro anche di Felix Mendelssohn) e con il più grande didatta tedesco dell'epoca, Georg Joseph Vogler, col quale studiò insieme con Carl Maria von Weber, inizialmente suo grande amico ed estimatore, più tardi severo con lui per la sua scelta di volgersi allo stile italiano invece di partecipare alla nascita del dramma romantico tedesco; pianoforte, invece, con Muzio Clementi. Di questo strumento fu, ancora bambino, grandissimo virtuoso. Esordì come concertista nel 1800, incontrando un grande successo; Ignaz Moscheles lo definì incomparabile. Alla stessa epoca risalgono le primissime composizioni. Il suo primo lavoro di un certo respiro fu l'oratorio Gott und die Natur (Dio e la Natura, 1811). I successivi tentativi musico-drammatici (tra cui l'opera-oratorio con dialoghi parlati Jephtas Gelübde (Il voto di Iefte), Teatro Cuvilliés di Monaco 1812 e il Singspiel (anzi Lustspiel) ispirato alle Mille e una notte, Wirth und Gast, oder Aus Scherz Ernst, Stoccarda 1813), appesantiti da un eccessivo accademismo, non ebbero alcun successo. In particolare Meyerbeer teneva a quest'ultima opera, quella a cui era toccata l'accoglienza peggiore: negli anni seguenti la fece ripetutamente rappresentare, continuamente rivista, a Vienna col titolo Die Beyden Kalifen nel 1814, a Praga nel 1815, e, in una fase più matura della propria carriera, ormai apparentemente avviata, a Dresda come Alimelek nel 1820, ma senza mai ottenere lo sperato successo. Metodico, paziente, studiosissimo, sin dall'inizio Meyerbeer impostò il proprio procedimento compositivo nel senso della lentezza; grazie alle sue ricchezze, non dipendeva dalla musica né per la sopravvivenza né per il benessere, e poteva pagare (cosa che inizialmente, appunto, fece) per far rappresentare le proprie opere.

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