The Magic Flute

di W. A. Mozart

The Metropolitan Opera http://www.metopera.org

New York
  • Direttore Antony Walker
  • Regia Julie Taymor
  • Scene George Tsypin
  • Luci Donald Holder
  • Coreografie Mark Dendy http://www.markdendyprojects.com
Sottotitoli in English, German, Italian, French e Spanish
  • dicembre 2016
    20
    martedì
    19:30 > 20:53
    1 ora e 23 minuti
  • dicembre 2016
    23
    venerdì
    19:30 > 20:53
    1 ora e 23 minuti
  • dicembre 2016
    29
    giovedì
    12:00 > 13:23
    1 ora e 23 minuti
  • gennaio 2017
    05
    giovedì
    19:30 > 20:53
    1 ora e 23 minuti

Non disponibile in italiano
Freihaus-Theater auf der Wieden, Vienna, 1791. A sublime fairy tale that moves freely between earthy comedy and noble mysticism, The Magic Flute (Die Zauberflöte in the original German) was written for a theater located just outside Vienna with the clear intention of appealing to audiences from all walks of life. The story is told in a Singspiel (“song-play”) format characterized by separate musical numbers connected by dialogue and stage activity, an excellent structure for navigating the diverse moods, ranging from solemn to lighthearted, of the story and score.

The Met’s English-language family adaptation of Mozart’s sublime and mystical journey, a new holiday tradition in the city, returns in Julie Taymor’s fanciful production. Young stars Janai Brugger and Ben Bliss are the fairy-tale princess and prince, and Christopher Maltman reprises his acclaimed interpretation of the bird-catcher Papageno. Special holiday pricing and weekday matinees are available for this abridged version, conducted by Antony Walker.

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The Magic Flute

Interpreti

Stampa e Recensioni

Oberon's Grove
Oberon
Met's Holiday MAGIC FLUTE
Come Regina della Notte, Jessica Pratt è stata assolutamente imperturbata dal più difficile dei ruoli da debuttare. Nelle due arie che arrivano a cinque Fa naturali, un soprano si ritrova in una situazione "o la va o la spacca"; La Pratt la assolve stupendamente apportando al contempo un forte senso drammatico alle istruzioni impartite a Pamina (di commettere un omicidio) e con abile coloratura nell'aria che ne segue. Nel suo ordine finale: "Giura! Giura! Giura di vendicarmi!", la Pratt ha agganciato una brillante nota acuta che ha risuonato splendidamente nella sala.
New York Classical Review
Eric C. Simpson
Met serves up a feast of fine singing in its family “Magic Flute”
Al suo debutto per il teatro, Jessica Pratt ha assolto in maniera ammirabile al ruolo della Regina della Notte, proiettando, nelle sue due iconiche arie, una rapida e accurata coloratura, disegnando sul palco un imponente personaggio.
The Classic Music Network
Fred Kirshnit
Wolfgang Amadeus Mozart: The Magic Flute
Ovviamente quest'opera unica nasce e muore con la sua Regina della Notte e questo spettacolo ne ha avuta una eccezionale. Mozart ha scritto due arie “O zittre nicht” e “Der Hölle Rache” (scusate, la forza dell'abitudine) per la sua incredibilmente talentuosa cognata Josefa Hofer che, a quanto pare, sarebbe stata un'ottima cantante Weberniana, per la sua abilità nel fare erculei salti vocali in un pezzo musicale. La nostra Regina della Notte è stata l'inglese Jessica Pratt, che ha eseguito gli apparentemente impossibili salti con grande semplicità, navigando i famosi quattro Fa sovracuti con aplomb impressionante. La sua pronuncia nativa, evidenziata in questa produzione in lingua inglese ha reso la sua regalità ancora più significativa e appena una punta terrificante (non volevamo spaventare troppo i bambini).

Epoch Times
Barry Bassis
Opera Review: ‘The Magic Flute’ at the Met
Il soprano di coloratura inglese Jessica Pratt (al suo debutto per il Met) ha sfoderato una spettacolare interpretazione della pericolosamente difficile aria della Regina della Notte...
Classical Source
Christopher Browner
Julie Taymor’s production of Mozart’s Die Zauberflöte/The Magic Flute
Jessica Pratt ha interpretato la vendicativa Regina della Notte trasmettendo una furia intensa mentre, con assoluta semplicità, proiettava sovracuti cristallini.

Composizione

Die Zauberflöte

Libretto scritto in german da Emanuel Schikaneder, messo in scena la prima volta di venerdì il 30 settembre del 1791
Il flauto magico (K 620), titolo originale Die Zauberflöte, è un Singspiel in due atti musicato da Wolfgang Amadeus Mozart, su libretto di Emanuel Schikaneder e con il contributo di Karl Ludwig Giesecke. La prima rappresentazione avvenne al Theater auf der Wieden di Vienna il 30 settembre 1791 con lo stesso Schikaneder (Papageno) e Josepha Hofer (Regina della notte) diretti dal compositore. La rappresentazione ebbe molto successo, ma Mozart morì nello stesso anno in cui venne allestita la prima volta. Dopo le prime recite, Mozart scrisse alla moglie Costanza Weber: «Sala sempre piena come sempre. Il duetto Mann und Weib e il Glockenspiel del primo Atto sono stati bissati come al solito, come pure il terzetto dei Fanciulli del secondo Atto; ma quello che mi ha fatto più piacere è il plauso silenzioso della platea. Si vede bene quanto quest’opera stia crescendo sempre più nella stima del pubblico».
Sinossi
La trama, densa di significati esoterici e massonici, si svolge nell'antico Egitto; caratterizzata da un'alternanza di riferimenti al giorno e alla notte, si sviluppa lungo un graduale passaggio dalle tenebre dell'inganno e della superstizione, verso la luce della sapienza solare, al quale corrisponde un progressivo capovolgimento di prospettiva nel ruolo dei buoni e dei malvagi, i cui poli contrapposti sono rappresentati da Sarastro e dalla Regina della Notte, Astrifiammante.[6] Atto I[modifica | modifica wikitesto] Il principe Tamino sta fuggendo inseguito da un dragone, e al momento di essere raggiunto sviene. Giungono però in suo soccorso le tre Dame della Regina della Notte che abbattono il serpente con le loro lance d'argento. Lasciano poi a malincuore il bel giovane per recarsi dalla Regina ad informarla. Scultura di Papageno Entra in scena Papageno, il buffo uccellatore vestito di piume che suona il suo flauto, e quando Tamino riprende i sensi, si vanta di essere stato lui a uccidere il dragone. Tornano però le tre Dame che lo puniscono per questa menzogna, chiudendogli la bocca con un lucchetto. Mostrano poi a Tamino un ritratto della giovane Pamina, figlia della Regina, ed egli resta colpito dalla sua bellezza. Karl Friedrich Schinkel, Apparizione della Regina della notte, guazzo per una scenografia del Flauto magico (1815) Preannunciata da un fragore di tuoni, fa l'ingresso in scena la Regina della Notte, che lamenta il dolore per la scomparsa della figlia Pamina, rapita dal malvagio Sarastro, tenuta prigioniera da un suo incantesimo, e prega Tamino di andare a salvarla. Tamino, innamoratosi della giovane, decide di andare con l'uccellatore Papageno a liberarla. Le Dame slegano quest'ultimo dal lucchetto, e danno a Tamino un flauto magico che lo assista nell'impresa, e un Glockenspiel (una sorta di carillon) fatato a Papageno. Tamino e Papageno si incamminano così verso il castello di Sarastro, sotto la guida di tre fanciulli o genietti. Papageno arriva per primo al castello e penetra nella stanza dove il perfido moro Monostato tiene prigioniera Pamina, oggetto delle sue attenzioni morbose. Alla vista reciproca, Papageno e Monostato si mettono paura a vicenda, essendo il primo bizzarramente rivestito di piume e il secondo un uomo di pelle nera. Entrambi scappano via, ma Papageno riprendendo coraggio torna da Pamina, informandola che il principe Tamino è innamorato di lei. Costei a sua volta lo rincuora assicurando che il cielo manderà anche a lui una compagna; poi insieme tentano la fuga. Tamino frattanto, guidato dai ragazzi, giunge di fronte a tre templi, intitolati rispettivamente alla Natura, alla Ragione, e alla Sapienza. Respinto dai primi due, vede uscire da quest'ultimo un sacerdote egizio che gli chiede cosa stia cercando. Tamino risponde amore e virtù, eppure il suo cuore grida vendetta contro Sarastro. Il sacerdote, capovolgendo l'immagine di un Sarastro malvagio, sostiene che questi è un maestro di saggezza, il quale ha rapito Pamina per un motivo che resterà oscuro a Tamino finché non si faccia guidare dall'amicizia. Tamino, sconcertato e disorientato, suona il flauto magico nella speranza di far apparire Pamina, e riceve in lontananza la risposta del flauto di Papageno, che sta fuggendo insieme a lei dagli sgherri di Monostato. Per sottrarsi alle loro grinfie, Papageno fa suonare il carillon fatato, e costoro per magia si rammansiscono e si allontanano. L'arrivo di Sarastro sul carro trionfale Papageno e Pamina non fanno però in tempo a esultare, perché subentra Sarastro su un carro trionfale condotto da sei leoni, preceduto da un corteo di devoti. Pamina le confessa di aver tentato la fuga per sottrarsi alle insidie di Monostato, al che Sarastro, con fare paterno, le spiega che per il suo bene non vuole restituirla a sua madre, donna che definisce superba. Catturato da Monostato, Tamino viene successivamente condotto al cospetto di Sarastro. Ora Tamino e Pamina si incontrano per la prima volta e subito si amano. Contro ogni aspettativa, Sarastro fa punire Monostato e libera Tamino, informandolo che, se vorrà entrare nel suo regno con Papageno, dovrà superare tre prove. Atto II[modifica | modifica wikitesto] La scena riprende in un boschetto di acacie, dove al centro si erge una piramide. Diciotto sacerdoti marciano con passi solenni, guidati da Sarastro, per preparare il Rito di iniziazione per l'ingresso dei nuovi adepti nella loro confraternita. Sarastro rivela di aver rapito Pamina perché destinata dagli Dei al nobile Tamino. Pronuncia quindi un'invocazione a Iside e Osiride, affinché assistano spiritualmente Papageno e Tamino nelle dure prove che li attendono. Scena dal Flauto magico, Fife Opera Terminata l'orazione, i due sono fatti entrare nel vestibolo del Tempio della Saggezza, dove vengono privati di ogni possesso e interrogati da due sacerdoti circa le loro intenzioni. Tamino risponde di voler cercare in amicizia la conoscenza e la saggezza, Papageno invece preferirebbe una donna da amare. Entrambi iniziano quindi la prima prova: dovranno stare in silenzio, qualunque cosa accada. Presto si fa buio e riappaiono le tre Dame, che cercano di dissuaderli dall'entrare nella confraternita, mettendoli in guardia dai falsi sentimenti dei sacerdoti. Tamino tuttavia non cede. Nella scena seguente, Monostato si avvicina furtivamente a Pamina addormentata in un giardino notturno: vorrebbe baciarla, ma, spaventato dall'arrivo di Astrifiammante, si nasconde per origliare. La Regina della Notte chiede a Pamina notizie del giovane che aveva inviato a liberarla, e va in collera quando apprende che si è unito agli iniziati. Poiché lei non può nulla contro Sarastro, da quando il suo sposo in punto di morte lasciò a lui il Cerchio del Sole dai Sette Raggi, consegna a Pamina un pugnale perché sia lei a uccidere Sarastro, minacciando di maledirla se non farà ciò che le ha ordinato. La Regina della Notte se ne va e Monostato, avvicinatosi a Pamina, le minaccia di rivelare l'intrigo a Sarastro se lei non lo amerà. Sopraggiunge Sarastro, che dopo aver scacciato Monostato si rivolge paternamente a Pamina e le spiega che non si vendicherà, perché solo l'amore, non la vendetta, conduce alla felicità. Prosegue intanto il percorso iniziatico di Tamino e di Papageno, al quale si rivolge una vecchina innamorata di lui che afferma di avere 18 anni. Si avvicinano anche i tre ragazzi su una macchina volante, che restituiscono loro rispettivamente il flauto e il carillon di campanelli, e portano da mangiare. Pamina cerca di parlare a Tamino, ma il giovane - essendo ancora sottoposto alla prova del silenzio - non può. Lei crede che non l'ami più, e, colta dal dolore, medita il suicidio col pugnale della madre, ma viene fermata dai tre fanciulli che le confidano che Tamino è ancora innamorato di lei. Scenografia raffigurante la prova dell'Acqua e del Fuoco nei sotterranei del Tempio Papageno, che ha infranto la regola del silenzio, non può più continuare la prova; non potendo ora più godere delle gioie celesti, gli viene concesso il piacere terreno di una coppa di vino rosso, e dell'amore di quella vecchia che improvvisamente si tramuta in un'avvenente ragazza di nome Papagena, la quale però subito gli viene sottratta. Pamina decide invece di accompagnare Tamino nel tentativo di superare le due successive prove dei quattro elementi: l'attraversamento dei sotterranei del Tempio e la purificazione con l'Acqua, la Terra, l'Aria e il Fuoco. Pamina gli svela l'origine del flauto magico, che fu intagliato durante una tempesta da suo padre, Gran Maestro di una Confraternita Solare, grazie al suono del quale ora essi, protetti da una piramide di energia, possono restare indenni contro le forze astrali che si scatenano su di loro. Superando infine la prova, vengono fatti entrare nel Tempio nel coro di giubilo dei sacerdoti. Papageno, intanto, sconsolato per la scomparsa di Papagena, vorrebbe impiccarsi a un albero, ma viene fermato in tempo dai tre genietti che lo esortano a suonare il carillon: subito riappare la sua innamorata, che finalmente si concede a lui completamente. Ma subito dopo arrivano Astrifiammante, le tre Dame, e Monostato che si è unito a loro, per uccidere Sarastro e impossessarsi del suo regno. Un terremoto però li fa inabissare e così si celebra la vittoria del Bene sul Male. Pamina e Tamino vengono accolti nel Regno Solare di Sarastro, e l'opera si conclude col coro finale dei sacerdoti.

W. A. Mozart

Breve biografia del compositore
Wolfgang Amadeus Mozart, nome di battesimo Joannes Chrysostomus Wolfgangus Theophilus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791), è stato un compositore, pianista, organista, violinista e clavicembalista austriaco a cui è universalmente riconosciuta la creazione di opere musicali di straordinario valore artistico. Mozart è annoverato tra i più grandi genî della storia della musica, dotato di raro e precoce talento. Iniziò a comporre prima di aver compiuto 6 anni (la sua prima composizione, un minuetto per clavicembalo, risale al gennaio 1762) e morì all'età di trentacinque anni, lasciando pagine indimenticabili di musica, tant'è che è stato definito dal Grove Dictionary come "il compositore più universale nella storia della musica occidentale": la sua produzione comprende musica sinfonica, sacra, da camera e opere di vario genere. Fu il primo, fra i musicisti più importanti, a svincolarsi dalla servitù feudale e a intraprendere una carriera come libero professionista. È uno dei massimi esponenti del classicismo musicale settecentesco. Nella letteratura musicologica, insieme a Franz Joseph Haydn e Ludwig van Beethoven, costituisce la triade che prende il nome di Prima scuola di Vienna. Il nome I nomi assegnati al piccolo Mozart furono: Joannes Chrysostomus, perché il bambino nacque il 27 gennaio, giorno di san Giovanni Crisostomo; Wolfgangus (letteralmente: «camminare come un lupo»), nome del nonno materno, Wolfgang Nikolaus Pertl (1667 – 1724); Theophilus, nome del padrino, Johann Theophilus Pergmayr, commerciante e consigliere civico. Il padre Leopold chiamava familiarmente suo figlio Wolferl. Il nome Amadeus è la traduzione latina del nome Theophilus successivamente (dal 1771) fu chiamato anche Amadè. Nei primi anni il padre usò inoltre, in alcune lettere, la versione tedesca del nome, ossia Gottlieb. Sembra che Mozart patisse una certa insofferenza per la desinenza '-us' apposta alla fine dei suoi nomi, tanto che a volte si firmava con enfasi scherzosa: Wolfgangus Amadeus Mozartus.

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