Bella Italia

Queensland Symphony Orchestra https://qso.com.au/

Brisbane, Australia
  • Direttore Giacomo Sagripanti
  • ottobre 2016
    20
    giovedì
    23:54 > 02:54
    3 ore
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Bella Italia

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Stampa e Recensioni

Opera Click
Federica Faldetta
Palermo - Teatro Massimo: "Delirio", recital di Jessica Pratt
Questa recensione si riferisce a Delirio al Teatro Massimo.
i suoi armonici riempiono la sala grande del teatro inebriandoci con gli ultimi fuochi d’artificio e dimostrando fino alla fine che un’estrema padronanza della tecnica vocale unita ad un’intensa interpretazione genera un canto naturale e spontaneo.
FoggiaZon
Fabrizio Simone
Jessica Pratt e l’OFB incantano il Giordano
Questa recensione si riferisce a Gala Lirica Sinfonico al Orchestra Filarmonica di Benevento.
Che la Pratt canti Mozart o canti Donizetti, il risultato è sempre lo stesso: il pubblico va letteralmente in delirio, travolgendo il soprano con applausi fragorosissimi. Così è stato al termine della prima aria della Regina della Notte e ancora di più dopo Der Holle Rache Kocht in meinem Herzen, ma la ”Scena della pazzia” è stata salutata con un’ovazione ancor più frenetica. Dopo ben tre chiamate sul palco, la Pratt ha regalato un bis, Summertime (sempre di Gershwin), al quale il pubblico ha risposto con un ulteriore plauso entusiastico.



Brani

O luce di quest'anima

tratto da Linda di Chamounix di Gaetano Donizetti
Testo
Ah! tardai troppo, e al nostro favorito convegno io non trovai il mio diletto Carlo; e chi sa mai quanto egli avrà sofferto! Ma non al par di me! Pegno d'amore questi fior mi lasciò! tenero core! E per quel core io l'amo, unico di lui bene. Poveri entrambi siamo, viviam d'amor, di speme; pittore ignoto ancora egli s'innalzerà coi suoi talenti! Sarà mio sposo allora. Oh noi contenti! O luce di quest'anima, delizia, amore e vita, la nostra sorte unita, in terra, in ciel sarà. Deh, vieni a me, riposati su questo cor che t'ama, che te sospira e brama, che per te sol vivrà.

Ah! mes amis, quel jour de fête!

tratto da La fille du régiment di Gaetano Donizetti
Testo
TONIO Ah! mes amis, quel jour de fête! Je vais marcher sous vos drapeaux. L'amour, qui m'a tourné la tête. Désormais me rend un héros, Ah! quel bonheur, oui, mes amis, Je vais marcher sous vos drapeaux! Qui, celle pour qui je respire, A mes voeux a daigné sourire Et ce doux espoir de bonheur Trouble ma raison et man coeur! Ah! LE CAPORAL Le camarade est amoureux! (Les soldats rient) TONIO Et c'est vous seuls que j'espère. CAPORAL, SOLDATS Quoi! c'est notre enfant que tu veux! TONIO Écoutez-moi, écoutez-moi. Messieurs son père, écoutez-moi, Car je sais qu'il dépend de vous De me rendre ici son époux. CAPORAL, SOLDATS Notre fille qui nous est chère N'est pas, n'est pas pour un ennemi. Non! Il lui faut un meilleur parti, Telle est la volonté d'un père. TONIO Vous refusez? CAPORAL, SOLDATS Complètement.D'ailleurs, elle est promise... LE CAPORAL ... a notre régiment... LES SOLDATS ... a notre régiment... TONIO (Avec force) Mais j'en suis, puisqu'en cet instant Je viens de m'engager, pour cela seulement! CAPORAL, SOLDATS Tant pis pour toi! TONIO Messieurs son père... LES SOLDATS Tant pis pour toi! TONIO ... écoutez-moi! CAPORAL, SOLDATS Tant pis pour toi! TONIO Ma votre fille m'aime! CAPORAL, SOLDATS (Avec surprise) Se pourrait-il! quoi! notre enfant! TONIO Elle m'aime, vous dis-je, j'en fais serment! CAPORAL, SOLDATS Eh! quoi... notre Marie... TONIO Elle m'aime, j'en fais serment! CAPORAL, SOLDATS Que dire, que faire? Puisqu'il a su plaire, Il faut, en bon père Ici, consentir. Mais pourtant j'enrage, Car c'est grand dommage De l'unir avec Un pareil blanc-bec! Oui, c'est un grand dommage! TONIO Eh! bien? LE CAPORAL Si tu dis vrai, son père en ce moment Te promet son consentement CAPORAL, SOLDATS Oui, te promet son consentement TONIO Pour mon âme, Quel destin! J'ai sa flamme, Et j'ai sa main! Jour prospère! Me voici Militaire et mari!

Il dolce suono mi colpì di sua voce...Ardon gli incensi... Spargi d'amaro pianto

tratto da Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti
Sinossi
Non disponibile in italiano
Raimondo has just interrupted the marriage celebrations to tell the guests that Lucia has gone mad and killed her bridegroom Arturo. Lucia enters. In the aria she imagines being with Edgardo, soon to be happily married.
Testo
RAIMONDO Eccola! CHORUS Oh giusto cielo! Par dalla tomba uscita! LUCIA Il dolce suono mi colpì di sua voce!...Ah, quella voce m'è qui nel cor discesa! Edgardo, io ti son resa, Edgardo, ah, Edgardo mio! Sì, ti son resa, fuggita io son da' tuoi nemici. Un gelo mi serpeggia nel sen! Trema ogni fibra!...Vacilla il piè! Presso la fonte meco t'assidi alquanto. Ohimè! Sorge il tremendo fantasma, e ne separa! Ohimè! Ohimè! Edgardo! Edgardo! Ah! Il fantasma ne separa! Qui ricovriamo, Edgardo, a piè dell'ara. Sparsa è di rose!...Un'armonia celeste, di', non ascolti? Ah! L'inno suona di nozze! Il rito per noi s'appresta!...Oh me felice! Edgardo, Edgardo, oh me felice! Oh, gioia che si sente e non si dice! Ardon gli incensi...splendon le sacre faci, splendon intorno! Ecco il Ministro! Porgimi la destra...Oh, lieto giorno! Alfin son tua, alfin sei mio, a me ti dona un Dio. Spargi d'amaro pianto Il mio terrestre velo, Mentre lassù nel cielo Io pregherò, pregherò per te Al giunger tuo soltanto Fia bello il ciel per me! Ah sì, ah sì, ah sì per me Fia bello il ciel Il ciel per me Ah sì, ah sì, ah sì per me Sì, per me... per me... Ah sì Spargi d'amaro pianto Il mio terrestre velo, Mentre lassù nel cielo Io pregherò,…

Una furtiva lagrima

tratto da L'elisir d'amore di Gaetano Donizetti
Sinossi
È cantata da Nemorino nell'ottava scena del secondo atto, quando si accorge di una lacrima spuntata dagli occhi dell'amata Adina, e capisce di essere ricambiato: la donna si mostra gelosa che il giovane attragga le ragazze del paese, che in realtà lo corteggiano solo per l'eredità appena ricevuta, mentre Nemorino è convinto sia merito dell' "elisir d'amore" vendutogli da Dulcamara (in realtà soltanto una bottiglia di Bordeaux). L'aria è introdotta da un'arpa seguita poco dopo da un fagotto, che fornisce una sfumatura malinconica a tutta la melodia.
Testo
Una furtiva lagrima Negli occhi suoi spunto Quelle festosee giovani Invidiar sembro Che piu cercando io vo" M'ama, lovedo Un solo instante I palpiti Del suo bel cor sentir! I miei sospir, confondere Per poco a' suoi sospir! Cielo, si puo morir! Di piu con chiedo

Parigi, o cara

tratto da La Traviata di Giuseppe Verdi
Sinossi
[Atto III, scena 5] Alfredo finalmente raggiunge Violetta; i due innamorati che il destino ha diviso possono riabbracciarsi e sperare di ricominciare la loro vita insieme proprio da dove è stata interrotta: lasciare Parigi, tornare in campagna, dove la salute di Violetta rifiorirà. Speranza vana, perché ormai la malattia è a uno stadio troppo avanzato per sperare in una guarigione.
Testo
Parigi, o cara, noi lasceremo, la vita uniti trascorreremo. De’ corsi affanni compenso avrai, la tua salute rifiorirà…

È strano! È strano!... Ah forse lui... Sempre libera

tratto da La Traviata di Giuseppe Verdi
Testo
È strano! È strano! in core scolpiti ho quegli accenti! Sarìa per me sventura un serio amore? Che risolvi, o turbata anima mia? Null'uomo ancora t'accendeva. Oh, gioia ch'io non conobbi esser amata amando! E sdegnarla poss'io per l'aride follie dei viver mio? Ah, fors'è lui che l'anima solinga ne' tumulti godea sovente pingere de' suoi colori occulti. Lui, che modesto e vigile all'egre soglie ascese, e nuova febbre accese destandomi all'amor! A quell'amor ch'è palpito dell'universo intero, misterioso, altero, croce e delizia al cor. Follie! Delirio vano è questo! Povera donna, sola, abbandonata in questo popoloso deserto che appellano Parigi che spero or'più? Che far degg'io? Gioire! Di voluttà ne' vortici perir! Gioir'! Sempre libera degg'io folleggiare di gioia in gioia vo' che scorra il viver mio pei sentieri del piacer nasca il giorno, o il giorno muoia sempre lieta ne' ritrovi a diletti sempre nuovi dee volare il mio pensier Follie! Follie delirio vano e' questo! Povera donna, sola, abbandonata in questo popoloso deserto che appellano Parigi che spero or' piu'? che far degg'io! Gioire! Di volutta' nei vortici perire. Sempre libera degg'io folleggiare di gioia in gioia vo' che scorra il viver mio pei sentieri del piacer nasca il giorno, o il giorno muoia sempre lieta ne' ritrovi a diletti sempre nuovi dee volare il mio pensier

La donna è mobile

tratto da Rigoletto di Giuseppe Verdi
Uno dei brani operistici più popolari, grazie alla sua estrema orecchiabilità e al suo accompagnamento danzante. Si racconta che Verdi ne avesse proibito la diffusione prima dell'andata in scena dell'opera, al Teatro La Fenice di Venezia, per non rovinarne l'effetto.
Sinossi
La donna è mobile è l'aria che il Duca di Mantova (tenore) intona nel terzo ed ultimo atto di Rigoletto di Giuseppe Verdi (1851).
Testo
La donna è mobile Qual piuma al vento, Muta d'accento - e di pensiero. Sempre un amabile, Leggiadro viso, In pianto o in riso, - è menzognero. È sempre misero Chi a lei s'affida, Chi le confida - mal cauto il core! Pur mai non sentesi Felice appieno Chi su quel seno - non liba amore!

Signor nè principe, è il sol dell'anima

tratto da Rigoletto di Giuseppe Verdi

Prelude to Act III

tratto da La Traviata di Giuseppe Verdi

Gaetano Donizetti

Domenico Gaetano Maria Donizetti (Bergamo, 29 novembre 1797 – Bergamo, 8 aprile 1848) scrisse più di settanta opere, oltre a numerose composizioni di musica sacra e da camera. Le opere del Donizetti oggi più sovente rappresentate nei teatri di tutto il mondo sono L'elisir d'amore, la Lucia di Lammermoor e il Don Pasquale. Con frequenza sono allestite anche La fille du régiment, La Favorite, la Maria Stuarda, l'Anna Bolena, la Lucrezia Borgia e il Roberto Devereux. Nato a Bergamo il 29 novembre 1797, fu ammesso alle lezioni caritatevoli di musica tenute da Giovanni Simone Mayr e Francesco Salari. Fu proprio il Mayr ad aprire all'allievo prediletto le possibilità di successo, curandone prima la formazione e affidandolo poi alle cure di Stanislao Mattei. A Bologna, dove proseguiva gli studi musicali, il Donizetti scrisse la sua prima opera teatrale, Il Pigmalione. La rappresentazione "Enrico di Borgogna" a Venezia nel 1818, segnò il suo esordio teatrale. Firmato nel 1827 un contratto con l’impresario Domenico Barbaya, Donizetti si stabilì a Napoli, raggiungendo il grande successo con "Anna Bolena" ed "Elisir d’Amore". Nel 1829 era stato nominato direttore dei Teatri Reali di Napoli e, nel 1834, accettò la Cattedra di Composizione al Conservatorio della stessa città. Nel 1832, alla morte di Vincenzo Bellini, nonostante l'antipatia dimostrata in vita nei confronti del musicista, Donizetti gli dedicò una Messa da Requem. Nel 1835, Donizetti fece rappresentare a Napoli la "Lucia di Lammermoor" e, mentre la vita professionale del compositore andava a gonfie vele, venne colpito da una serie di lutti: in pochi mesi morirono il padre, la madre e la seconda figlia. Donizetti interruppe ogni sua attività in Italia per recarsi a Parigi, su consiglio di Gioachino Rossini. Nonostante la sfortuna continuasse a perseguitare il musicista con la morte della moglie e di un'altra figlia, Gaetano Donizetti curò il dispiacere e la solitudine componendo in pochi anni "Don Pasquale", "Don Sebastiano del Portogallo", "Linda di Chamounix", "Maria di Rohanna" e il "Conte di Chalais". Nel 1842 ricevette a Vienna l’ambita nomina di Maestro di Cappella di Corte, ma la sua salute, peggiorò sempre di più ed alla fine fu internato nel manicomio di Ivry-sur-Seine. Nel 1847, Donizetti,trasportato a Bergamo, fu accolto dai baroni Basoni Scotti, che lo assistettero fino alla morte, sopravvenuta l'8 Aprile 1848.

Giuseppe Verdi

Giuseppe Fortunino Francesco Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901) è stato un compositore italiano, considerato uno dei massimi operisti della storia, autore di melodrammi che fanno parte del repertorio dei teatri di tutto il mondo. Dominò la scena lirica dopo i grandi protagonisti del primo Ottocento, Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti e Vincenzo Bellini, proseguendo la tradizione del teatro musicale italiano ed elaborando un linguaggio compositivo caratteristico e personale. La storiografia musicale lo ha accostato al contemporaneo Richard Wagner, esponente e riformatore dell'opera romantica tedesca, sebbene entrambi abbiano in seguito reinterpretato in forme differenti gli elementi romantici presenti nei loro melodrammi. Verdi simpatizzò con il movimento risorgimentale che perseguiva l'Unità d'Italia; per un breve periodo partecipò anche alla vita politica, assumendo una carica elettiva presso il proprio comune di residenza. Questi ideali si riflessero in parte nelle sue opere, come il Nabucco, che contiene il celebre coro Va, pensiero, e altri cori simili delle opere successive, che manifestavano molti caratteri propri dello spirito del movimento di unificazione. L'influenza musicale del compositore sui suoi successori è stata limitata, tuttavia le sue opere rimangono ancora oggi tra le più popolari, in particolare la cosiddetta "trilogia popolare": Rigoletto, Il trovatore e La traviata, composte nel "periodo di mezzo". Il bicentenario della sua nascita, nel 2013, è stato celebrato con numerosi eventi in molte parti del mondo.

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